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UNIQA Group: e il distributore diventa GIFT

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Finalmente si parte. Un’azienda lungimirante, e le basi scientifiche della dieta GIFT hanno partorito un progetto destinato a fare discutere: l’installazione in aziende, scuole, ospedali, edifici pubblici di distributori automatici di alimenti in linea con i dettami di una sana alimentazione.
Il progetto è nato dalla lungimiranza della direzione risorse umane di UNIQA  (Dr. Michele Bavaro) che ha accolto con mente libera e aperta le proposte di Luca Speciani per l’introduzione di “distributori di salute” all’interno dell’azienda. Per la realizzazione operativa ci siamo poi valsi della gentile disponibilità di Espresso Service, nota azienda operante nel settore, che ha consentito di inserire tra i prodotti disponibili, quelli selezionati sulla base dei criteri di DietaGIFT.
UNIQA supporta già in Austria progetti rivolti alla salute del personale, e l’incontro con Luca Speciani è stato la miccia che ha reso possibile far convergere le esigenze di tutti.
Gli alimenti che la dieta GIFT sconsiglia, sulla base di lavori scientifici recenti e documentati, sono sostanzialmente:
– lo zucchero aggiunto di ogni genere e tipo
– gli edulcoranti artificiali di ogni genere e tipo
– le farine bianche raffinate (che vanno sostituite con prodotti basati su farine integrali)
– i grassi idrogenati (anche solo parzialmente) o le margarine
– il sale in eccesso, causa di ipertensione
– grassi fritti o alterati
– coloranti, conservanti, additivi (da utilizzare nelle minime quantità possibili)
Era importante tuttavia, prima di escludere e scartare, che il personale dell’azienda (che solo a Milano conta più di 150 dipendenti) ricevesse informazioni e indicazioni relative ad un corretto regime alimentare sia nella vita di tutti i giorni, sia nelle pause lavorative in azienda. Non ha molto senso infatti offrire, per esempio, prodotti genericamente sani, senza poi dare anche indicazioni importanti sugli abbinamenti utili tra cibi diversi, sugli orari migliori per certi cibi, sul valore della colazione ecc. Non sempre, infatti, è solo il cibo ad essere sano o malsano. Talvolta può esserlo il suo abbinamento con un altro, l’orario di assunzione ecc. A questo proposito la direzione risorse umane si è mossa organizzando un convegno, tenuto poi presso la sede di UNIQA a Milano il 16/6/2011 dal titolo: “Mangiare bene per sentirsi in forma anche sul lavoro”, a cui i dipendenti hanno risposto con entusiasmo, e poi rendendo permanentemente disponibili nella intranet aziendale una serie di comunicati informativi.
Il filmato del convegno è disponibile nella intranet aziendale, e lo riportiamo qui per chi fosse interessato a visionarlo (e naturalmente a vantaggio di chi volesse organizzare qualcosa di analogo in altri enti, aziende o istituzioni).
Il filmato completo è costituito da sette parti:
1) Introduzione al convegno “Mangiare bene per sentirsi in forma anche al lavoro” (2’12”)
2) Il problema obesità in Italia e l’inganno delle diete ipocaloriche (12’40”)
3) Le basi scientifiche di una dieta di segnale, valore della colazione e salubrità di alcuni alimenti (5’23”)
4) Importanza della leptina sui segnali ipotalamici di ingrassamento e dimagrimento (5’47”)
5) Valore dei cibi integrali, delle proteine e lo spettro del colesterolo (3’55”)
6) Zucchero e sale come causa di diabete e ipertensione (9’07”)
7) Considerazioni finali sul convegno “Mangiare bene per sentirsi in forma anche al lavoro”, e sul movimento (7’52”)
Secondo passo importante è stato quello di selezionare un gruppo di alimenti di buon valore nutrizionale per renderli poi disponibili all’interno dei distributori automatici. Espresso Service ha mandato in visione a Luca Speciani centinaia di composizioni di articoli diversi di decine di differenti produttori. Spesso purtroppo le scelte di mercato seguivano criteri diversi da quelli perseguiti dalla dieta GIFT. Se c’era un prodotto integrale spesso era zuccherato. Se privo di zucchero non era integrale o era con aspartame o altri additivi. Grassi idrogenati erano presenti con notevole frequenza (nonostante a livello mondiale se ne stia studiando la completa messa al bando e alcuni paesi, come la Danimarca, li abbiano già del tutto vietati). Il sale era poi presente in eccesso in molti prodotti. Inoltre le fonti di proteine erano molto limitate. E’ parso difficile persino trovare aziende che offrissero un semplice e sano sacchetto di noci o mandorle, piuttosto che una spremuta d’arancia non zuccherata o un bicchiere di latte intero. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Siamo riusciti a costruire (sfruttando la frazione di prodotti più salutare) un distributore di prodotti sani e buoni, con cui mettere insieme un pasto o uno spuntino ragionevoli, che non inducessero nel pomeriggio il sonno pesante della maladigestione.
Su questo dobbiamo lodare la disponibilità dimostrata dal Dr. Prada Moroni di Espresso Service che, pur non condividendo integralmente le limitazioni proposte, ha comunque studiato insieme a noi la fattibilità del progetto per consentire eventualmente anche ad altri suoi clienti abituali una possibile alternativa parallela. Altri, interpellati nei mesi precedenti, avevano gentilmente dribblato la richiesta, con la motivazione che la proposta di generi alimentari salutistici sarebbe stata difficilmente praticabile e avrebbe avuto una bassa ricettività da parte dei consumatori. E qui si innesca un discorso un po’ più ampio, per il cui approfondimento riteniamo utile la lettura di questo nostro articolo .
Inviterei comunque coloro che sono convinti di “vendere meno” a valutare alcune esperienze commerciali recenti. Per esempio la produzione di marmellate e di frullati di frutta del tutto privi di zucchero, che hanno conquistato il mercato in tempi rapidissimi, mentre gli altri “zuccheratori” che stavano a guardare con occhio critico (“non si vendono..”) hanno perso consistenti quote di mercato. O ancora l’esperienza di alcune panetterie e di alcuni ristoranti, che proponendo il pane integrale fatto bene (quello scuro, con i semini, non quell’obbrobrio bianco a puntini marroni che ci spacciano per tale) hanno visto duplicare il loro fatturato anche in periodo di crisi, con clienti che fanno km per andare a prenderlo. Il mercato – come diceva Steve Jobs – è di chi è folle, affamato, creativo. I posapiano resteranno perennemente al palo.
Un grazie immenso dunque alle persone folli, affamate e creative che hanno deciso di investire in salute (e inevitabilmente anche in immagine) della propria azienda, seguendo un percorso nuovo e ricco di sviluppi. Vogliamo scommettere che nel giro di pochi mesi i dati di vendita dei distributori GIFT forniranno materiale di marketing per considerazioni diverse da quelle odierne? Lungi da noi il fare del “proibizionismo”. L’estremo rispetto della libertà individuale ci induce a lasciare operativi anche i distributori tradizionali (perché le scelte devono restare scelte..). Ma nella misura in cui il messaggio passerà in azienda (grazie anche al prezioso lavoro informativo di persone attente e preparate come il Dr. Bavaro), e i dipendenti incominceranno a sentirsi meglio, più leggeri, più produttivi, con meno sbalzi di umore, più magri e tonici, chi sceglierà di mangiare in modo più disordinato verrà visto (come oggi per esempio il fumatore) con occhi diversi. E il mondo avrà fatto un piccolo microscopico passo avanti.
Una goccia in un oceano, dice l’amico Terziani, ma in un oceano che è fatto di tante gocce come questa.

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