È uscita la seconda puntata della saga educativa per le scuole di Tom e Lia, il fumetto creato da Luca Speciani e promosso dai ristoranti del Gruppo Ethos per un’alimentazione più sana. Tom e Lia sono alle prese con un futuro in cui le scelte nutrizionali sono nelle mani delle industrie alimentari e farmaceutiche. Un futuro da incubo. Un futuro possibile.
Un progetto autofinanziato
Sono passati in un lampo più di tre anni dalla prima uscita del fumetto educativo “Tom e Lia alla ricerca del vero cibo“, creato e sceneggiato da Luca Speciani e promosso da Gruppo Ethos , per il progetto scolastico educativo che negli ultimi tre anni ha coinvolto quasi 10.000 studenti delle scuole elementari e medie di Milano e Brianza. Il progetto, semplice e accessibile, prevedeva (e prevede) la distribuzione di un fumetto educativo sulla sana alimentazione (completo di qualche spiegazione scientifica per genitori e insegnanti), l’intervento presso le scuole aderenti di professionisti dell’alimentazione (medici, biologi, dietisti) in apposite giornate rivolte sia ai ragazzi che ai genitori, e infine un momento di “buona pratica” nelle cucine dei ristoranti del gruppo Ethos per far “mettere le mani in pasta” ai ragazzi, e far loro toccare con mano quanto possa essere facile preparare da soli del buon pane integrale o altre semplici ricette naturali. Il progetto, interamente gratuito (che negli anni ha cambiato nome passando da “100 giorni di frutta” a “Mangiando sano si impara”), ha avuto un tale numero di adesioni da costringere gli organizzatori a fissare un numero massimo di scuole, per mantenere alto il livello qualitativo dell’iniziativa.
Tom e Lia nella preistoria
Il primo fumetto vedeva Tom e Lia allo zoo incuriositi dal divieto di dare cibo agli animali. I ragazzi ne chiedono ragione al padre, che cerca di spiegare loro come sia sbagliato dare biscotti e patatine ad animali che hanno invece una storia alimentare evolutiva che prevede specifici cibi. Tom e Lia cercano così di capire quale sia il vero cibo dell’uomo, certo diverso dai biscotti e dalle patatine che stanno mangiando. Perché agli animali no e a loro sì? Che qualcuno abbia più a cuore la salute degli animali dello zoo che la loro? Per risolvere il dilemma sfrutteranno la macchina del tempo che lo zio Alfredo ha inventato, grazie alla quale finiranno in una preistoria di 60.000 anni fa. In tale contesto dovranno arrangiarsi a trovare cibo commestibile per sopravvivere, senza tuttavia avere a disposizione nulla di ciò che l’agricoltura ha reso disponibile solo negli ultimi 10.000 anni: latticini, prodotti da forno, ma soprattutto prodotti industriali, conservati, dolcificati, salati. Scoprono con loro grande sorpresa di riuscire a sopravvivere più che bene con frutta, verdura, pesce, uova, noci e qualche cereale frantumato. Al ritorno nel presente stupiranno i loro genitori con una nuova consapevolezza alimentare che farà loro riconoscere come innaturali e artificiali i cibi zuccherati, salati e additivati che erano prima abituati a mangiare.
Nomadi cacciatori-raccoglitori
Il fumetto “preistorico”, leggero e di piacevole lettura, costringe le persone (e i ragazzi in particolare) a porsi delle domande sulla propria alimentazione. Senza eccessi o talebanismi occorre tuttavia fare un piccolo esame di coscienza e prendere consapevolezza del fatto che l’essere umano, come ogni altro animale, ha un suo cibo specifico del quale nutrirsi. Il cibo naturale che ci ha accompagnato per due milioni di anni. Tutto il resto è un azzardo che può portare a sovrappeso e malattia così come il nutrire le mucche con sfarinati di pesce ha portato a “mucca pazza”. Questa consapevolezza è oggi indispensabile per un approccio corretto verso il nostro cibo quotidiano. O capiamo chi siamo da un punto di vista biologico (nomadi cacciatori-raccoglitori della savana o della foresta) o il nostro cibo sarà un’accozzaglia di accostamenti casuali tra alimenti e pseudo-alimenti raffinati e alterati al solo scopo di stuzzicare il nostro palato a sempre maggiori consumi. Una strada disastrosa di cui abbiamo purtroppo già percorso un lungo tratto. È in questo contesto, drammatico da un punto di vista sanitario per le terribili epidemie di obesità e diabete in corso, che nasce la seconda puntata del fumetto di Tom e Lia, in un futuro (purtroppo) possibile, davvero da incubo.
Tom e Lia nel futuro
Nel nuovo fumetto (“Tom e Lia nel futuro“) i due ragazzi si ritrovano a qualche anno di distanza a ritrovare la macchina del tempo che li aveva portati nella preistoria, ma che questa volta li trasporta in un prossimo futuro, forse nel 2100. La prima cosa che notano appena sbarcati è che non esistono più alimenti naturali: nuove leggi li hanno via via proibiti con la scusa dell’igiene. Tutti gli alimenti sono prodotti industrialmente con l’aiuto della chimica o con un avanzato livello di raffinazione, e additivati non solo con coloranti, conservanti e aromi ma anche con farmaci e droghe per contrastare gli effetti patogeni derivanti dalla scarsa qualità del cibo. Naturalmente le persone sono tutte grasse (se mangiano) oppure deperite (se non mangiano) e devono assoggettarsi a cure obbligatorie, tra cui il trapianto di fegato ogni 10 anni.
Tom e Lia si ribellano e riescono rocambolescamente a sfuggire ai trattamenti obbligatori di legge, tra lo stupore delle forze dell’ordine e dei medici che non capiscono come quei due ragazzi possano essere così sani senza tutti quei farmaci che invece hanno reso loro tutti malati, illudendoli di poter raggiungere una salute perfetta.
Un amaro ritorno
Il ritorno a casa questa volta riserva ai due ragazzi qualche sorpresa. Prima di tutto vedono le persone con occhi diversi: trovano individui grassi o deperiti anche nel presente (per fortuna non tutti), rendendosi conto che in un certo senso il “futuro” è già cominciato. Inoltre un breve passaggio al supermercato rivela loro che le tendenze in atto sono assolutamente in linea con quello che hanno visto nel futuro. E si spaventano, perché capiscono che quello che hanno visto non è un possibile futuro di fantasia, ma l’inevitabile conseguenza di tendenze che sono già perfettamente visibili oggi. La scelta è obbligata: o ci si impegna a fondo fin da ora a modificare il corso degli eventi o la deriva sarà lì subito dietro l’angolo.
La loro reazione, dopo il confronto con un medico dal curioso nome di Dott. Gift, è esemplare: si impegnano a preparare un pranzo completamente naturale con ingredienti preparati con le sole loro mani e dove possibile raccolti direttamente in natura. La fatica aggiuntiva sarà ben premiata dalla consapevolezza di essere più autonomi e meno schiavi delle scelte alimentari di terzi, che non sempre sono rivolte a difendere la nostra salute.
Consapevoli per prevenire e curare
Cosa ci raccontano questi due fumetti, che hanno poi in coda una serie di spiegazioni rivolte a genitori e insegnanti? Senza dubbio vogliono farci riflettere sul valore del cibo naturale per la nostra salute, e sul fatto che molti dei malanni “del progresso” che oggi ci affliggono siano derivati da un’alimentazione e da uno stile di vita innaturali. Prendere consapevolezza di questo fatto significa assumere un comportamento attivo di “resistenza” nei confronti di abitudini e stili di vita scorretti. Se ci lasciamo trascinare dalla corrente non miglioreremo di una virgola. Seguire un sano stile di vita – e capire che questo non è legato a teorie di moda ma al recupero delle nostre abitudini ancestrali – non vuol dire soltanto prevenire possibili futuri stati di malessere: lo stile di vita ha anche potenza curativa nei confronti di molti diversi stati di malattia. Questo dato, che ha solidissime basi scientifiche, viene raccontato e descritto da pochi perché curare senza farmaci e riducendo il consumo di cibi industriali non alza di un euro il fatturato delle aziende alimentari o farmaceutiche. Ascoltiamo Tom e Lia e il messaggio “pulito” che ci trasmettono, per acquisire quella minima consapevolezza alimentare che ci consenta di prevenire e curare alcune delle più importanti patologie moderne.

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