Il termine Dieta deriva dal latino DIAETA e dal greco DIAYTA. Ad esso va dato un significato più ampio del sintetico ‘regime alimentare’, in realtà definisce “il tenore, lo stile di vita”, il “modo di vivere” che mantiene un buono stato di salute con una alimentazione sana ed equilibrata, attività fisica e comportamenti responsabili.
È questa una premessa essenziale ed un fondamentale concetto guida per un corretto orientamento delle abitudini di vita e dei modi di alimentarsi di ogni individuo, di un nucleo familiare o di una comunità. Non esprime un’accezione prettamente medica o professionale, ma investe l’intero contesto sociale e le collettività, purché siano istruiti al mangiare in modo consapevole e intelligente.
La dieta è, pertanto, uno “stile di vita” e in quanto tale ci si attende che venga moderato dal comune buonsenso di ognuno. Non è possibile prescindere dalle inevitabili interazioni delle personali predisposizioni genetiche con il contesto ambientale e, soprattutto, con l’avvedutezza con cui viene governata e vissuta l’interazione stessa, sull’influenza delle proprie caratteristiche psico-fisiche.
Ciò inteso, il termine DIAYTA o DIETA propone l’equilibrio nutrizionale e noi disponiamo di tutti i mezzi per costruire il nostro programma salutistico, a “poco prezzo”, nutrendoci assecondando i ritmi ormonali, ritemprandoci con un sonno ristoratore, sapendo ritagliare del tempo libero tra gli impegni giornalieri per una moderata attività fisica, col comporre con fantasia piatti completi e ricchi dei principi nutritivi indispensabili all’organismo. Come a voler dire : io esisto quindi sono importante per me stesso e mi tratto al meglio.
Tuttavia, sovrappeso e obesità sono in continuo aumento e l’obesità infantile è un dato di fatto preoccupante. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima un ulteriore drammatico aumento entro il 2015 raggiungendo una percentuale pari ad un terzo degli abitanti il globo terrestre. Da dati forniti dall’OMS si rileva ad oggi un numero di giovani obesi in Europa 10 volte maggiore rispetto agli anni Settanta. Auspichiamo vengano prese misure appropriate per invertire la tendenza negativa all’aumento ponderale nei paesi industrializzati e alla coesistente sottonutrizione per carenza di micronutrienti.
In Italia è significativo l’intervento del Ministero della Salute il quale ha promosso un sistema di monitoraggio, Okkio alla Salute, dello stato ponderale dei bambini, confermando i livelli preoccupanti di cattive abitudini alimentari e di stili di vita sedentari, con l’aggravante costituita da un solido 36% dei genitori che non hanno una percezione corretta dello stato ponderale del proprio figlio.
Dalle indagini compiute dal sistema di sorveglianza e di promozione della salute in età adulta Passi, emerge che la quota di popolazione in eccesso ponderale cresce col crescere dell’età; lo studio ha coinvolto un Pool di ASL, Università e Centri in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.
Inoltre, la collaborazione di nutrizionisti con i servizi di Igiene e dell’Alimentazione delle ASL, nella realizzazione e nel controllo dei menù per le mense scolastiche, ha fra le altre, finalità educative nell’ambito della promozione di corrette abitudini alimentari, in sintonia con le direttive nutrizionali suggerite dai LARN e dalle Linee Guida per una sana alimentazione.
Perché tanto raramente, si ricorre a medici nutrizionisti, dietologi, e professionisti del settore anche scopo informativo ed educativo al mangiar bene? Eppure un tale atteggiamento costituirebbe la base primaria della prevenzione di un gran numero di disturbi, fra queste sovrappeso, obesità e malattie ad esse conseguenti.
Quando siamo in sovrappeso, diventiamo inclini a ridurre il nostro introito calorico abituale, in modo instabile, a volte fidandoci di quanto letto su riviste o libri che propinano diete di tutti i generi. È un autentico errore che ci rivelerà ben presto l’altra faccia della medaglia, disponendoci nuovamente all’aumento del nostro peso, purtroppo (è ampiamente appurato) con ulteriore aumento di massa grassa, ossia di tessuto adiposo metabolicamente attivo secernente ormoni a loro volta mediatori del nostro metabolismo.
Chi si occupa di alimentazione e di nutrizione, conosce molto bene quali difficoltà incontrano i loro pazienti nel comporre un pasto corretto ed equilibrato in nutrienti e a valutare con coerenza le differenti condizioni causa o concausa dell’aumento ponderale.
Talvolta comportamenti alimentari stravaganti sono indotti da taluni nutrizionisti; cito un caso significativo riguardante il consiglio di assumere una quantità di olio (di oliva extravergine!) pari ad un unico cucchiaino in tutta la giornata, in una dieta ipocalorica ad uso di un soggetto comunque sempre sovrappeso (ed affamato). Il soggetto in questione ha ora iniziato il suo commino verso il dimagrimento effettivo, facendo una prima colazione completa e abbondante (con sua somma gioia), gratificandosi col mangiare correttamente e con regolarità, seguendo i principi della normocaloricità di una dieta di segnale (Dieta Gift ).
Se facciamo un confronto fra generazioni, è sorprendente scoprire quanto vitali nonnine ottantenni sappiano di alimentazione, di come cuocere i vari cibi per mantenerne il valore nutrizionale il più possibile inalterato, nell’evitare cotture e ingredienti che sanno per cultura personale o per domestico buonsenso essere dannosi o sconsigliabili, che conoscono la stagionalità degli ortaggi e della frutta.
Ai giorni nostri, molti dei nostri giovani e anche meno giovani, non si cimentano affatto in pratiche culinarie, perché lavorano, per disinteresse e noia, nutrendosi di cibi belli e pronti e saporiti (forse!) ma non vitali, certamente calorici ma non nutrienti, che consultano vanamente libri e riviste cercando suggerimenti dietetici, che mangiano il peperone e il pomodoro d’inverno convinti che sia di stagione, e così via folleggiando…. perdendo così l’opportunità di sviluppare una coscienza salutistica fondamentale per la loro stessa esistenza.
Malgrado ciò, si vuole capire quale menù sia più vantaggioso, salutare e non nocivo all’equilibrio psicofisico di un individuo. O al contrario, se non convenga affatto perdersi nei meandri delle tante proposte dietologiche o simili avanzate da più parti.
L’effetto yo-yo così frequentemente sofferto da chi dopo aver seguito con scrupolo diete rigidamente ipocaloriche ha recuperato tutto il peso perso, crea una schiera di dubbiosi e pessimisti che si sentono abbandonati a se stessi.
Non è stato insegnato loro il metodo della colazione completa ed saziante, del pranzo soddisfacente e della cena leggera. Ad abbinare correttamente proteine e carboidrati, ad apprezzare l’aspetto qualitativo degli alimenti, sapendo riconoscere e diffidare il più possibile il cibo spazzatura, a darsi degli obiettivi quali la calma glicemica, la stimolazione metabolica.
Eppure la scienza dietologica, ossia lo stile di vita che dovrebbe contraddistinguere e qualificare l’essere umano, è il frutto di numerosissimi ed approfonditi studi e ricerche che hanno coinvolto appassionati medici di elevato spessore, istituzioni a livello nazionale e mondiale, quelli che infine ci trasmettono un patrimonio di messaggi, in modo semplice e funzionale, per farci riappropriare del nostro saper mangiare bene, anche ponendoci a confronto con la natura che scandisce con precisione i suoi ritmi.
L’uomo, essere superiore e complicato, divenuto metropolitano, fatica a riappropriarsi appieno della capacità di autogestione conveniente al suo bisogno originale.
La scelta del cibo e della sua qualità è un gesto sano ed conveniente, ciò conferisce una diversa visione di noi stessi e della capacità di trasformare un problema in pensiero positivo, migliorando giorno dopo giorno lo stile di vita.
L’abbinamento corretto degli alimenti può avviare un lavoro interiore di autoanalisi per imparare a controllare l’impulso che porta a ricorrere a quel determinato cibo, perché gli alimenti influenzano il nostro stato d’animo. L’approccio nutrizionale coinvolge quello psicologico.
Una dieta funziona se non è rigorosa, ma equilibrata e gratificante, se comprende menù diversificati, elimina il senso di fame e riattiva il metabolismo. Insomma deve insegnare a mangiare in maniera variata ed bilanciata per garantire l’apporto completo di nutrienti, senza limitazioni frustranti.
La dieta fai da te comporta dei rischi (deficit di vitamine e minerali, perdita di massa muscolare, astenia, disturbi digestivi, effetto yo-yo, fino alla depressione), ma al limite può essere il primo passo per imparare ad apprezzare il cibo come nutrimento e non come un sistema riempitivo.
Il termine dieta rimanda all’idea di una prescrizione medica o ad una elaborazione dietistica, per migliorare il proprio benessere o per finalità terapeutiche.
È sicuramente preferibile rivolgersi ad un professionista competente per un aiuto iniziale, poi si potrà continuare da soli avendo delle basi certe cui fare riferimento per autogestirsi e mantenere gli obiettivi ricercati.
In ogni caso, se il consiglio del Ministero della Salute è di evitare le diete fai da te, il motivo c’è ed è evidente.
Annamaria Scaramuzza