Un’associazione di medici, l’AMPAS, che nasce per scuotere qualche coscienza dormiente e per discutere “a voce alta” (possibilmente confortando ogni affermazione con solide basi scientifiche) quanto siano cambiati negli ultimi 15 anni i concetti di base della dietologia. I soci fondatori sono 12: internisti, immunologi, gastroenterologi, specialisti in malattie polmonari, ortopedici, medici di base, alimentaristi, psichiatri, odontoiatri, chirurghi estetici, anestesisti, agopuntori (e già hanno aderito come soci ordinari pediatri, cardiologi, specialisti in scienze dell’alimentazione) ogni giorno in prima linea con i loro pazienti, ogni giorno alla ricerca di idee e metodi per curare e guarire
Il senso di impotenza che prende ogni operatore nel momento in cui la dieta suggerita ad un paziente non ottiene risultati, o almeno non ne ottiene sul lungo periodo, è terribilmente frustrante sia per il professionista che per il paziente in cura, e porta spesso a derive che vanno dai disturbi del comportamento alimentare (digiuni, anoressia, bulimia, vomiting) fino alla ricerca compulsiva dell’ultima dieta di moda (anche se pesantemente squilibrante) o dell’ultima pasticca sfuggita ai controlli o prescritta da figure compiacenti.
Questa situazione non è più accettabile. O almeno non lo è più da quando sono disponibili nuovi dati scientifici che – a partire dallo storico anno 1994 in cui Friedman ha scoperto la leptina – ci hanno fornito basi biochimiche e strumenti per comprendere come l’impostazione basata sulle calorie o sulle percentuali di nutrienti fosse di gran lunga troppo semplicistica per ottenere risultati stabili in patologie complesse come sovrappeso e obesità. Una serie di molecole importantissime, come le adipochine leptina, adiponectina, resistina, o le enterochine CCK, ghrelina, PYY, GLP-1, sono state scoperte a cascata negli anni successivi. E sono via via sempre divenute più chiare le loro interferenze ipotalamiche con i centri di sazietà (NPY) e con i centri di attivazione dell’intero metabolismo, in grado di regolare tiroide, apparato sessuale, surrene, umore, apparato osteomuscolare, infiammazione. Tutto questo ha completamente rivoluzionato il nostro modo di vedere e di comprendere la scienza dell’alimentazione.
Capire che un regime alimentare diverso, bilanciato, studiato sulla base di questi nuovi principi, possa avere un’influenza così profonda su di noi, significa anche capire la potenza terapeutica di questi cambiamenti. Imparare a stimolare l’attività della tiroide attraverso un regime alimentare significa – ad esempio – poter ridurre i dosaggi di terapia sostitutiva ormonale. Stimolare l’attività ovarica con una dieta può significare riportare le mestruazioni a chi le ha perse (magari dopo una dieta ipocalorica) o regolarizzare un ciclo abbondante, irregolare e doloroso che provoca anemia, evitando magari la somministrazione a scopo “regolatorio” della pillola anticoncezionale o di altre “bombe” ormonali. E capire come tenere bassa la glicemia in un resistente insulinico con alimentazione e movimento può prevenire con efficacia i gravi danni provocati dal diabete sul nostro organismo. Questi sono solo alcuni esempi di come le nuove molecole (e la loro dinamica in risposta ai cibi) possano influenzare potentemente non solo ingrassamento e dimagrimento, ma anche il nostro rapporto con i farmaci e con la salute in genere.
Certo, qualunque dieta – anche la più sballata – dà qualche timido risultato nelle prime settimane, se il paziente passa dal “wurstel e patatine fritte, con aperitivo, vino e dolce” ad un regime più controllato. E questo dà una falsa sensazione di sicurezza e tranquillità a chi prescriva diete ipocaloriche, che possono rappresentare una prima modalità d’azione nei confronti di chi sia da tempo in regime ipercalorico. Ma la maggior parte dei pazienti che oggi un professionista vede è ben diversa e viene in studio dopo aver provato già diverse diete, diversi regimi, e dopo avere spesso recuperato tutti i kg persi in poco tempo. Per affrontare quel paziente occorre saper davvero interagire con i segnali ipotalamici, e disporre di conoscenze biochimiche e metaboliche che fino a 15 anni fa non erano disponibili. E occorre disporre di strumenti affidabili che ci permettano di analizzare in modo distinto le variazioni di massa grassa, di massa muscolare, di acqua di ritenzione, senza le quali non possiamo che brancolare nel buio.
Da diversi anni, ormai, lavoriamo con DietaGIFT e con i suoi principi per restituire salute e peso forma ai nostri pazienti, ma i tempi sono maturi per un passo ulteriore, che sia in grado di toccare anche la nostra società, le nostre scuole, i nostri comuni di residenza, le nostre amministrazioni. Abbiamo bisogno di “contaminare” con le nostre conoscenze il maggior numero possibile di ambienti, perchè le persone capiscano che è possibile (e soprattutto non è difficile) conservare la propria salute e prevenire l’ingrassamento e le patologie correlate. Ciò significa prendere contatto con amministrazioni locali, scuole, ospedali, mense aziendali, istituti di ricerca, per indirizzare a piccoli e concreti comportamenti dal valore preventivo, alla luce del nuovo paradigma che sta piano piano emergendo.
Recentemente abbiamo fatto installare il primo distributore automatico di alimenti in accordo con le nostre linee guida, e subito abbiamo ricevuto molte richieste per altri interventi in altre sedi. Ci chiediamo per esempio perchè nelle mense pubbliche, in scuole ed ospedali, debbano essere serviti pasti con cereali raffinati (pane e pasta bianca) in luogo di quelli integrali che da decenni sono descritti in letteratura scientifica come più sani e in grado di prevenire patologie subdole come il cancro al colon, la stipsi, le coliti, le diverticolosi. Ci chiediamo perchè si debba ancora fare uso di grassi idrogenati, che stanno venendo via via vietati in molti altri paesi europei per la loro documentata dannosità, e che vengono invece inseriti con generosità in quasi tutti i biscotti del mattino per i nostri bambini. Ci chiediamo perchè debba essere consentito aggiungere zucchero bianco a tutti gli alimenti per ragazzi, quando è più che documentato il suo effetto sull’ingrassamento anche e soprattutto in età precoce. Chi davvero conosce le dinamiche ipotalamiche di risposta a questi alimenti deve battersi per la loro rapida eliminazione. Noi siamo qui anche per diffondere queste conoscenze a chi ancora – colpevolmente se è un professionista del settore – le ignora.
Di fronte a questi ingiustificati comportamenti nasce l’esigenza di un’associazione di medici che possa garantire con forza, e con la forza della multidisciplinarietà, la solidità scientifica dei nostri principi, diffondendo quanto più possibile la conoscenza di questi concetti, e la loro trasformazione in operatività concreta. Non viene richiesto per ora nessuno specifico intervento. Al momento si vuole solo “contarci” e dare un segnale forte a chi ci legge o ascolta, sul fatto che non siamo soli. Non occorre operare nella rete GIFT per aderire: l’associazione è qualcosa che va oltre, e che mira a divulgare e far conoscere. Ciascuno offrirà il suo contributo operativo nella misura che riterrà opportuna, al momento in cui si sentirà di farlo. Nel frattempo avrà comunque dato la sua presenza e visibilità al progetto.
Qualcuno ci chiede perchè un’associazione di soli medici. Il motivo è di tipo scientifico e divulgativo. I contributi individuali al progetto nel suo complesso sono aperti a tutti (abbiamo creato la figura del “socio sostenitore”, che non ha alcun vincolo di titolo, benchè non abbia diritto di voto), ma l’AMPAS è stata creata anche con lo specifico scopo di rappresentare un’interfaccia medico-scientifica in grado di dialogare ad alto livello con enti e istituzioni, fornendo i giustificativi necessari ed esprimendo la necessaria autorevolezza anche nei confronti di terzi. Tutte le altre figure, preziosissime per il loro contributo (farmacisti, biologi, alimentaristi, laureati in Scienze Motorie o in Scienze Infermieristiche, tecnologi alimentari, naturopati, dietisti, fisioterapisti, osteopati), ma anche terze parti o singoli cittadini, possono operare con suggerimenti, azioni, iniziative, coinvolgendo l’associazione attraverso il suo presidente e usufruendo – ove l’iniziativa sia approvata – del valore scientifico dell’associazione stessa.
L’art. 2 dello statuto recita:
L’associazione ha lo scopo di associare tutti i medici professionisti che, pur provenendo da aree formative mediche di varia natura si interessano dei problemi sociali ed individuali della alimentazione e vogliano provvedere a:
- Dare divulgazione e diffusione alle basi scientifiche di un’alimentazione di segnale, i cui effetti biologici e terapeutici si esplicano attraverso segnali di regolazione dell’ipotalamo nei confronti della massa grassa, della forza muscolare, dell’acqua corporea.
- Favorire la ricerca e la diffusione di nuovi dati e nuove informazioni su tutto quanto abbia a che fare con un’alimentazione di segnale.
- Promuovere l’utilizzo di alimentazione e stile di vita come strumenti terapeutici da affiancare alle terapie ordinarie per qualunque patologia che possa trarne direttamente o indirettamente giovamento, limitando ove possibile l’uso di farmaci.
- Costituirsi come gruppo medico qualificato di orientamento nei confronti di istituzioni, aziende, scuole, famiglie, gruppi politici, altre associazioni, ordini professionali ecc. per divulgare i concetti di segnale e favorirne l’applicazione nei confronti di tutti, in modo svincolato da marchi commerciali o interessi economici.
Associarsi è facilissimo. E’ sufficiente inviare una mail al presidente (info@lucaspeciani.it) indicando l’adesione ai principi base dell’associazione e riportando i propri dati in quest’ordine:
– Nome e cognome, data e luogo di nascita, residenza
– Sede operativa, telefono, e-mail (tutte le comunicazioni avvengono via e-mail o facebook, dove è stato aperto un apposito gruppo)
– Eventuale specialità, numero iscrizione ordine dei medici.
L’iscrizione è completamente gratuita. Il vero costo è l’adesione forte e concreta agli scopi dell’associazione, che sono pochi ma chiari. Al ricevimento della mail di adesione viene assegnato un numero, e l’associato può dirsi “membro” dell’AMPAS, del cui statuto riceve copia.
(il socio sostenitore può limitarsi alla segnalazione delle prime due righe)
Auguriamoci buon lavoro, in attesa di rivedere presto, su queste pagine e altrove, le tante azioni concrete che ci apprestiamo a svolgere con il contributo operativo di tutti.