Vincere una competizione sportiva per un atleta è una impresa sempre notevole, ma vincere a quasi 54 anni una gara, non una mezzamaratona, una maratona o una 100 km, ma una 24 ore, una delle gare più massacranti e infernali nel panorama dell’ultramaratona è una soddisfazione immensa.
Anche se ho faticato molto nella mia vita fin da giovane, ho la fortuna di avere tutto (una bella famiglia, tre figli, un lavoro che mi piace).
Ho sempre fatto sport ma mi è mancata sempre una vittoria, un arrivare primo, un vincere qualcosa.
Esattamente sei anni fa (nel dicembre del 2005) ho cominciato a correre quasi per caso, poi mi sono appassionato e non ho più smesso.
Ho ottenuto qualche buon risultato nelle gare brevi (1/2 maratona in 1h21′, maratona in 3h03′).
Poi nel 2008 conosco Luca Speciani e la mia vita di runner cambia radicalmente.
Passo alle ultramaratone e alle corse a tappe.
Grazie ai suoi libri comincio a capire come bisogna allenarsi e alimentarsi per queste competizioni.
Ma penso che sia anche grazie alla sua Dieta Gift che cambio marcia.
Comincio a fare cinque pasti al giorno, sempre o quasi sempre cibi integrali, colazione abbondante, pranzo medio, cena leggera, due spuntini con frutta.
E poi comunque sempre tanta frutta e verdura.
Provo con qualche successo anche la corsa zen che mi fa stare molto bene.
Poi la convinzione di poter essere competitivo nella 24 ore.
Un primo tentativo a Fano 2010 fallito per un infortunio e a Fano quest’anno (ritiro dopo 14 ore per un temporale pazzesco).
Lo scorso 3 dicembre alle ore 11.00 nel centro di San Benedetto del Tronto sono al via nella 24 ore abbinata a Telethon.
Circuito di 1200 mt da percorrere appunto per 24 ore in gran parte in un parco immerso in migliaia di palme.
Dopo varie esperienze, errori e delusioni, questa volta interpreto la gara perfetta, con una andatura regolare, senza mai strappi ed accelerazioni, senza fermarsi mai e camminando il meno possibile.
Mi ritrovo 1° verso la 15 ora senza accorgermene e la cosa non mi ha per assurdo fatto piacere perché non ho potuto concedermi pause. No era troppo per me solo pensare di vincere una gara, dopo alcuni buoni piazzamenti e vittorie di Categoria. Mi sembrava quasi impossibile poter vincere davvero. Così per 9 ore sono dovuto stare concentrato cercando il più possibile di distanziare il 2° che inseguiva giro dopo giro.
La notte interminabile rischiarata dalle luci del percorso e le migliaia di palme tutto intorno mi fanno compagnia.
Fortunatamente ad un certo punto non sento più il corpo e nemmeno i dolori, sento solo la mente che pensa a tutto e a niente, solo a correre, ad andare avanti ripetendo continuamente un percorso ormai completamente memorizzato, come quando si guida in autostrada e non ci si accorge nemmeno di fare strada.
Ad un certo punto lo stomaco si rifiuta di mangiare e anche di bere, e inizia a far male, ma non è niente penso, ho sopportato di peggio.
Finalmente arriva dopo 14 ore l’alba e il sole.
Il percorso comincia ad animarsi di vari podisti, mancano “solo” quattro ore alla fine.
Ho accumulato 6 giri di vantaggio sul secondo e comincia a pensare che ce la farò. Così l’ ultima ora posso rilassarmi e vincere in scioltezza tra i complimenti di tutti, i flash dei fotografi e l’intervista ad una televisione locale” .
Centosettantottochilometri e 995 metri la distanza percorsa, davvero niente male in una giornata con il sole ed una temperatura di circa 18° di giorno ed eccezionalmente mite la notte (13°).
Improvvisamente 6 anni di fatiche, 30.000 km percorsi, ore ed ore lontano dalla famiglia per vincere, nonostante l’età, una competizione, sono svaniti.
Alzatacce alle 5 della mattina (tutti i giorni compresi Natale, Capodanno, Ferragosto etc.) e poi spesso 2^ allenamento in serata. Sabato e domenica lunghissimi di 30-40 km
Ci ho creduto, ho aspettato 2190 giorni ma alla fine ce l’ho fatta grazie anche a Dietagift!
Adriano Arzenton