La Dott.ssa Lyda Bottino ha elaborato un semplice questionario di verifica, per valutare da soli se si stiano effettivamente seguendo le più importanti regole della dietaGIFT. La consapevolezza di essere o non essere in GIFT è alla base della volontà di cambiamento, da cui dipende il risultato finale della nostra dieta.
di Lyda Bottino (farmacista con Master in Nutrizione e Dietetica)
Aspettative concrete
Questo é il momento dell’anno ideale per tirare le somme, prendere consapevolezza del proprio stile di vita e non avere aspettative irreali. In alcuni casi questo ci aiuterá ad aggiustare la rotta.
Spesso le persone scelgono, all’interno delle indicazioni di dieta GIFT, solo quelle a loro più affini, pensando comunque di poter ottenere miracoli. Minimi sforzi non danno mai grandi risultati. Dieta GIFT basa i suoi innumerevoli successi su un radicale cambiamento di stile di vita, che funziona però solo se si riesce fin dall’inizio ad innescarlo con decisione.
L’errore più comune è quello di intendere la GIFT solo come alimentazione.
Alcune persone, infatti, seguono solo le regole alimentari senza fare attività fisica e questo li porta poi a dire “con me la dieta GIFT non funziona”.
In realtá dieta significa stile di vita e l’attivitá fisica ne é una parte fondamentale.
Per aiutarti a capire se sei veramente “GIFT” ho preparato un breve questionario, che non ha lo scopo di farti sentire giudicato o in colpa, quanto piuttosto quello di farti prendere coscienza per impostare, se necessario, importanti cambiamenti.
Voglio ricordare che questo questionario non è sostitutivo delle regole GIFT acquisite a inizio dieta (che si trovano riportate correttamente sulla “Guida pratica alla dieta GIFT e all’alimentazione di segnale”) ma si limita ad aiutare a verificare quali eventuali errori si stiano (anche in buona fede) commettendo.
Questionario di verifica: “Sono davvero GIFT?”
1) Faccio attività fisica “vera” tutti i giorni?
Dimagrire e tornare in salute attraverso segnali ipotalamici (così come teorizzato da DietaGIFT) richiede una disponibilità al movimento (modulata magari sulla situazione individuale) la cui assenza non consente il ritorno all’equilibrio e quindi il raggiungimento del proprio obiettivo. Il corpo legge la sedentarietà come stato anormale (al contrario di ciò che pensano in molti), e impedisce muscolazione e perdita di grasso se tale situazione dovesse permanere.
2) Faccio colazione abbondante tutti i giorni?
La colazione ricca é uno dei pilastri di dieta GIFT per la sua capacità di generare un segnale metabolico rivolto al consumo. Una notevole mole di lavori sperimentali dimostra inequivocabilmente l’effetto dimagrante di una buona colazione. Giá nel ’92 Schlundt aveva preso due gruppi di obesi, obbligando metà di questi a saltare la colazione e l’altra metà a farla. Pur avendo entrambi i gruppi il medesimo apporto calorico, il gruppo di coloro che facevano colazione era dimagrito del 28% in più.
3) Inserisco le proteine in tutti i 21 pasti settimanali?
Ogni pasto deve prevedere una quota proteica pari, visivamente, a quella di carboidrati e fibra: il famoso monopiatto GIFT. Se non si introducono proteine in ogni pasto non si raggiunge la quota proteica gionaliera consigliata dall’OMS. La classica alimentazione da italiani prevede proteine praticamente solo una volta al giorno, a pranzo o a cena. Una dieta cosí é fortemente ipoproteica. L’organismo si trova a dover sempre compensare a questa carenza. In tale situazione l’organismo non può funzionare al 100% e il rallentamento metabolico è dietro l’angolo.
4) Cucino per minimo 14 pasti settimanali?
Se non cucino per almeno 14 dei 21 pasti settimanali vuol dire che consumo troppi prodotti industriali. Il cibo industriale è ricco di sale, zucchero e grassi di cattiva qualitá senza i quali sarebbe inmangiabile. Molti degli ingredienti utilizzati dall’industria alimentare servono solo a coprire materie prime di scarsissima qualitá e ad eccitare i nostri centri nervosi (al pari delle droghe) convincendoci di mangiare un cibo buonissimo. Dieta GIFT sconsiglia fortemente l’uso di cibo industriale e suggerisce, invece, l’acquisto di materie prime di elevata qualitá. Il costo della spesa non aumenta, ma bisogna ritornare a cucinare ogni giorno almeno per la colazione (il pasto più importante della giornata) e per uno degli altri due pasti.
5) Rispetto il digiuno fuori dai tre pasti (frutta e verdura fresca escluse)?
Tra un pasto e l’altro devono passare almeno 4-5 ore in modo da far scendere l’insulina a livelli basali. Solo quando l’insulina scende viene prodotto l’ormone antagonista, il glucagone, che attiva la lipolisi. Se mangio a metá mattina e/o pomeriggio anche piccole quantitá di cibo (escluse frutta e verdura fresca) tipo crackers, biscotti, yogurt, caffé o tè zuccherati l’insulina sarà sempre presente, il glucagone non verrá prodotto e il dimagrimento sarà più lento.
6) Ho eliminato completamente ogni forma di zucchero aggiunto e farina raffinata?
Anche piccole quantitá di zucchero o farina raffinata (cosa vuoi che sia un cucchiaino di zucchero nel caffé? Ma in mensa o al ristorante non trovo un primo integrale… e via con le scuse) hanno un effetto infiammante e iperinsulinizzante che porta l’organismo ad accumulare invece che a bruciare. La dipendenza da zucchero richiede, per essere estirpata e smettere di ricercare “il dolce”, almeno 15-20 giorni di rigorosa restrizione, senza stare febbrilmente a cercare sostituti vari piu o meno accettati.
7) Sono realmente sazia a fine pasto e fino al pasto successivo?
Una volta che sono stati veramente eliminati dall’alimentazione zucchero e farine raffinate (e tutti i cibi spazzatura), se ho fame, non saziabile con un frutto, a metá mattina o a metá pomeriggio significa che sono in ipocaloricitá. L’ipocaloricitá porta l’organismo a ridurre i consumi e rallentare il metabolismo facilitando comunque l’ingrassamento. Non esiste dieta ipocalorica che non porti in breve tempo ad ingrassare più di prima. La normocaloricità è uno dei cardini dell’approccio GIFT.
8) Leggo sempre attentamente le etichette di tutto ciò che compro?
L’industria alimentare usa svariati “trucchi legalizzati” per ingannare il consumatore e convincerlo che il suo prodotto sia sano. Le diciture ‘senza zucchero’ (con zuccheri diversi) o ‘con farina integrale’ (magari con il 5% di integrale) sono dei veri e propri inganni. Bisogna leggere attentamente le etichette per capire se sono presenti altri tipi di zucchero e se la farina integrale é presente al 100% ed é veramente integrale (non ricostruita con farina bianca e aggiunta di crusca). Leggendo l’etichetta poi si vede con precisione quali siano gli ingredienti, sani o meno sani, che la confezione contiene.
9) Ho fatto a meno di qualsiasi farmaco da quando ho iniziato la dieta?
Molti farmaci (tra cui cortisonici, statine, antidepressivi, tranquillanti, gastroprotettori, antibiotici, analgesici, antipertensivi, ormoni sostitutivi) possono avere un potente effetto ingrassante o possono ostacolare processi metabolici importanti. Nel caso degli antibiotici l’alterazione indotta sul microbiota intestinale può avere effetti dirompenti. Vale dunque l’assunto di base “prima guarire, poi dimagrire”. La deprescrizione eventuale deve in ogni caso essere guidata da un medico. Il cambio di stile di vita prevede un approccio di segnale alle proprie cure, che rispetti i segni del corpo senza sopprimerli per via farmacologica. Chi continui a seguire la via del “Ho mal di testa, mal di pancia, mal di gola: giù una pastiglia e via…” Non potrà mai dire di essere in stile di vita “GIFT”.
10) Quando mangio, mangio e basta?
Un monaco buddista alla domanda “cos’è lo zen?” ha risposto “quando mangio, mangio, quando dormo, dormo”. Infatti solo con la calma, il giusto tempo e senza pensieri disturbanti, possono attivarsi correttamente tutti i processi digestivi, compreso il senso di sazietá. Un mangiare veloce, senza masticare, impegnati in altre mille cose può alterare a tal punto il processo da generare infiammazione e ingrassamento. Stile di vita GIFT significa anche rispettare se stessi e la sacralità rituale del gesto del mangiare.
Se hai risposto si a tutte le domande (ma proprio tutte) sei assolutamente in linea con le più importanti regole “GIFT”, e puoi aspettarti di raggiungere senza gravi ostacoli e serenamente il tuo obiettivo, oltre che una piena salute fisica, psicologica e sociale. Sei hai risposto “no” anche ad una sola domanda, prendi coscienza di non essere pienamente GIFT e di essere a rischio di “non funzionamento” dell’approccio nella sua globalita. Concentrati sulle regole che non riesci a seguire perfettamente, cercando di capire perché e come fare a invertire la rotta (magari con un aiuto), e sposta più avanti nel tempo il raggiungimento del tuo obiettivo. Ciò che non riesci a fare oggi potresti riuscire a farlo domani. Non potrai però permetterti di dire “con me la GIFT non funziona…”.
F, il grande malinteso
Qualcuno potrebbe dire “ma non esiste la F di flessibilità?”. Certo che esiste e mi sembra utile qui ribadire cosa significhi, e la differenza tra flessibilità, sgarro e non seguire GIFT.
Flessibilità
Mi trovo fuori casa e non riesco a seguire una regola. Per esempio quella del carboidrato integrale: non ho a disposizione un primo integrale e neppure una sostituzione consentita, come patate o legumi (e neppure sono riuscito a portarmi niente da casa, tipo gallette integrali). Per rispettare la regola più importante della normocaloricità comporrò il monopiatto, in via del tutto eccezionale, con un primo raffinato e cercherò di prevenire una situazione analoga.
Persone che seguono GIFT per motivi di salute o che veno perdere molti kg, devono temporaneamente dimenticarsi della F.
Sgarro
Scelgo volontariamente di non seguire una regola anche in presenza di alternative GIFT
Non seguo GIFT
Mi capita di usare la F e/o di sgarrare più di una volta al mese.
Basta scuse
Le scuse sono per i perdenti, e noi non vogliamo perdere la scommessa sulla nostra salute. Se siamo in sovrappeso, demuscolati, stanchi, malati c’è un motivo che ci ha portato a questa situazione. Se cerchiamo di mantenere le errate abitudini che ci hanno portato fin qui, non otterremo alcun risultato. Innescare il cambiamento è difficile, ma noi ce la possiamo fare. Senza compatirci, senza scuse, consapevoli invece del fatto che il successo o l’insuccesso dipendono solo da noi, e dalla capacità di rispettare queste semplici regole. Non sono il fato e il destino che ci hanno portato sovrappeso e malattia, ma le nostre scorrette scelte di vita. Esserne consapevoli sarà il primo passo verso il raggiungimento dei nostri obiettivi.

Il tumore può essere reversibile?
di Andrea Pensotti, direttore scientifico di Saluteuropa Con questa domanda