Ascoltiamo la vostra opinioneUna mamma entusiasta ci segnala (l’avrete letto in giro) l’invenzione che dovrebbe salvare capra e cavoli: far giocare i nostri figli e salvarli contemporaneamente dal rischio obesità. Cosa ne pensate?
Dopo il primo istante di momentanea piacevolezza, il sorriso mi si è smorzato lentamente. Ma come, invece di regalare a Natale palloni da calcio, pattini, costumini da piscina e racchette da tennis, ora dovremmo impacchettare in oro e rosso un ennesimo “attrezzo da camera”?
La tentazione c’è.
E’ normale, il pensiero di cedere al minore dei mali ci induce in tentazione. Piuttosto che fermo a schiacciare furiosamente tasti, occhi incollati al video ed attenzione alle stelle su un mondo fasullo (ma velocissimo e ipercromatico), meglio saperlo in contemporaneo pedalamento.
Ma cosa stiamo nutrendo, nel nostro bambino?
L’idea del movimento fisico come dovere faticoso, come obbligo per procurarsi il desiderato “gioco virtuale”. Insomma un inganno passa da noi a lui. E lui risponde facendo lo stesso, accontentantoci con quel minimo moto che gli permetta di mantenere la sua piccola dipendenza.
Il prato resta fuori.
Solo una generazione fa il gioco era il prato, il marciapiede o la piazzetta, appena il meteo lo permetteva.
Torniamo ad insegnare ai nostri bambini la bellezza della corsa, l’inseguimento, la fuga a zigzag, il movimento di palloni e gambe.
Magari, appena possibile, giocando con loro.

Neuroinfiammazione e Microbiota Intestinale
di Guido Marini, Gastroenterologo Per molto tempo gli scienziati hanno