Nove diete a confronto su Salutest/Altroconsumo di giugno 2007Su Salutest di giugno la rivista Altroconsumo mette a confronto 9 fra le diete più note al momento. La conclusione è la bocciatura senza appello di quasi tutte. Si salvano DietaGIFT ed un’altra dieta di autore italiano. Vediamo i criteri di base, i commenti, le conclusioni.
Il periodo è tradizionalmente quello “caldo”: l’ossessione del fisico asciutto e tonico ci bombarda da cartelloni pubblicitari, riviste ed abiti succinti nelle vetrine che ci ricordano i buoni propositi dell’anno passato, spesso disattesi.
Allora ecco fiorire in libreria proposte editoriali e riedizioni delle diete più in voga o più pubblicizzate del momento. La rivista Altroconsumo mette a paragone nove di queste diete, di varia provenienza ed impostazione, facendo poi una valutazione in base ai risultati ottenuti. E’ possibile visionare l’intero articolo.
I criteri utilizzati per la valutazione delle diete
- Basi scientifiche della dieta, con attenzione all’equilibrio generale ed alla fondatezza scientifica
- Apporto calorico, con rifiuto di scendere sotto le 1400 kcal giornaliere
- Equilibrio tra nutrienti, penalizzando diete restrittive e carenti
- Frequenza dei pasti, stimando importante l’organizzazione con 3 pasti principali e due spuntini leggeri
- Durata e tappe, aspettandosi un approccio iniziale più intenso ed una successiva fase di mantenimento
- Piacevolezza, per una dieta varia e gradevole
- Senso di sazietà
- Facilità, con ricchezza di consigli pratici e ricette
- Applicabilità, senza utilizzo di ingredienti strani o introvabili
- Facilità di comprensione
- Presenza di una fase di mantenimento
- Igiene di vita, cioè indicazioni semplici e sensate per abbinare le fondamentali buone abitudini, soprattutto relativamente al movimento fisico
Per ognuna di queste caratteristiche, Altroconsumo assegna una votazione ed effettua una valutazione tenendo conto di diversi pesi: alcuni criteri sono stimati fondamentali, altri solo migliorativi dell’impostazione alimentare.
La valutazione
Vengono qualificati come “pessimi” il libro di D’Adamo “L’alimentazione su misura” per l’infondatezza scientifica della dieta che si basa sulla divisione in gruppi sanguigni (leggi il nostro commento sulla dieta dei gruppi sanguigni) e “La dieta Atkins” perchè chiaramente iperproteica e squilibrata (leggi il nostro commento alla dieta Atkins). Stessa stroncatura a “La dieta delle 3 ore” per la teoria strampalata di base e a “La dieta Scarsdale”, ritenuta estremamente squilibrata e rigida (nostro commento alla dieta Scarsdale).
A livello “mediocre” troviamo “La dieta Montignac”, definita un patinato libro di cucina con ricette (nostro commento alla dieta Montignac) e “La dieta di South Beach” bocciata perchè squilibrata (troppi grassi e proteine) ed assolutamente sorda all’importanza del movimento all’interno di un discorso serio sul benessere (nostro commento alla South Beach).
A metà strada tra “mediocre” e “medio” si posiziona in classifica “Il grande libro della Zona Italiana”, definito di difficile comprensione e con apporto calorico molto basso (nostro commento sulla Dieta Zona)
DietaGIFT riscuote il voto di “medio“: i suoi punti di forza riconosciuti (valori di “ottimo“) sono il buon apporto calorico e di nutrienti, la piacevolezza, legata anche a sazietà e varietà, e le ottime indicazioni relative all’attività fisica, indispensabile elemento per ogni impostazione seria e duratura.
Gli appunti negativi invece riguardano la complessità della lettura e l’assenza di una dieta di mantenimento.
La miglior dieta viene segnalata quella contenuta nel libro “Maramangio”, di autore italiano, che riscuote il voto di “buono“, pur avendo anch’esso il problema di essere considerato difficile da leggere. I suoi punti di forza sembrano essere simili a quelli di DietaGift: buon apporto calorico, varietà e piacevolezza, anche se associati a scarsi cenni sul movimento fisico.
I nostri commenti
Vediamo un attimo i difetti riscontrati dall’autore della classifica nell’impostazione gift: complessità della lettura e mancanza di una fase successiva di mantenimento. Quest’ultimo punto non ha molto fondamento, dato che l’impostazione alimentare gift si pone come cambio duraturo delle proprie abitudini alimentari: la scelta di cibi integrali, variati e naturali, di una suddivisione dei pasti in accordo con i nostri cicli ormonali e l’inserimento del movimento nella nostra quotidianità non può certo essere relegato al breve spazio del “dimagrimento momentaneo”, ma deve trovare applicazione in maniera definitiva nella vostra vita.
Per quanto riguarda la complessità della lettura, ci sentiamo invece di concordare (almeno in parte) con gli autori della comparazione tra le 9 diete: abbiamo voluto inserire nel primo libro uscito sull’impostazione gift, cioè “DietaGIFT: dimagrire senza contare le calorie”, una solida base scientifica, inserendo richiami precisi ai più innovativi lavori nel campo della nutrizione e alle più recenti conoscenze sul metabolismo.
Riteniamo infatti che un passo avanti verso una maggior cura di sé possa essere compiuto più facilmente a ragion veduta, apprendendo i concetti con chiarezza e con il supporto dei più autorevoli ricercatori internazionali. Questo ci sembra un punto di forza, anzi, soprattutto quando si cerca di invertire l’imperante impostazione dello stretto calcolo calorico come unica via (ormai obsoleta e fuorviante, ma ancora la più nota) per il dimagrimento. Spazzare decenni di idee che le diete ipocaloriche hanno propagandato (seminando i danni ormai noti) non è cosa facile: ci abbiamo messo il nostro impegno di approfondimento e divulgazione. Anche a costo, qualche volta, di fare una scelta di conoscenza e chiarezza a spese della piacevolezza e facilità di lettura.
Ma anche in quest’ottica abbiamo continuato a lavorare dal 2005, anno di uscita del primo libro: ad esso è seguito “La dieta Antifame“, ricco di menù situazionali (cena con amici, pasto alla mensa aziendale o al ristorante, ecc) ed applicazioni pratiche, dall’alimentazione dello sportivo a quella dei bambini, da chi cerca un menù depurativo a chi mangia spesso fuori casa.
L’ultimo uscito, “Guida pratica alla dietaGIFT“, oltre a proporre appetitose ricette e menu vari ma di semplice preparazione, contiene consigli estremamente pratici per guidare la nostra spesa: la scelta degli alimenti è rivolta verso i principi (che ci sono cari) di naturalità e freschezza. Nel libro, inoltre, sono riassunte in schemi molto compatti e leggibili le indicazioni di base per la preparazione di un perfetto pasto gift. Vi sono inoltre utili esempi per valutare se stiamo attivando correttamente un processo di dimagrimento.
Insomma, su una base solida che affonda le radici nella storia dell’uomo per capire come si sia formato il nostro organismo e le funzioni organiche di assimilazione, consumo, accrescimento, ecc., l’impostazione Gift può arricchirsi di varianti e ricette, di menù personalizzati e suggerimenti pratici, che arrivano anche da parte delle molte persone che hanno iniziato a seguire questa impostazione amica del cibo (quello autentico) e del benessere. Senza mai dimenticare movimento, varietà e freschezza a tavola.
D’altra parte non possiamo condividere con gli estensori della ricerca anche alcuni altri presupposti, che vengono invece dati per scontati. Viene infatti definita come “ideale” la piramide alimentare tipica della dieta cosiddetta mediterranea (nostro commento alla dieta mediterranea) che prevede alla basegrandi quantità di carboidrati complessi. Per il loro impatto sulla resistenza insulinica e sulla predisposizione al diabete molti studiosi mettono oggi in dubbio tale impostazione. Qualche certezza in meno non avrebbe guastato.
Un’altra notazione che merita un appunto riguarda la definizione di “iperproteica” relativa alla dieta a Zona: basta considerare le reali quantità di cibo pdi tale regime per rendersi conto che l’apparente ampia quantità proteica viene fortemente ridimensionata dalla ristrettezza alimentare, con i fatidici “blocchetti” da 91 kcal ciascuno. Non di dieta iperproteica si tratta, dunque, ma casomai di dieta ipocalorica.
Anche la pratica dello “spuntino continuo“, la cui utilità viene data per scontata, non è invece universalmente condivisa dal mondo scientifico. Stimolare ulteriore secrezione insulinica (anche in dosi moderate) quando il glucagone sta incominciando a fare il suo dovere, mobilizzando i grassi di deposito, può non essere una buona politica per chi voglia dimagrire. Non è che lo spuntino sia spesso solo un escamotage antifame per le diete eccessivamente ipocaloriche? In accordo con l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità,DietaGIFT ha scelto la via del libero consumo di frutta e verdura cruda fuori dai pasti, così da fornire all’organismo acqua, fibra, vitamine ed antiossidanti senza costringere ad un processo digestivo laborioso come quello richiesto per l’assimilazione di grassi e proteine.
In conclusione, riteniamo che molte delle conclusioni di Altroconsumo siano corrette ed equilibrate, anche se altre peccano un po’ di superficialità.
Il valore di una dieta, comunque, non può mai essere solo “teorico”. E’ la pratica clinica quotidiana a determinarne la reale applicabilità e gli effetti di lungo termine.
Non è un caso che in studio DietaGIFT venga applicata con minime modifiche sia a chi debba perdere peso che a chi lo debba recuperare, a dimostrazione dell’estremo equilibrio del regime alimentare proposto. Su questa chiave di lettura DietaGIFT (equilibrata, applicabile a tutti, varia ed amichevole) non si sente seconda a nessuno.