Avere bassi valori di massa grassa (anche al di sotto della media) è sempre positivo? O NO? Una lettrice chiede chiarimenti e ne approfittiamo per chiarire che non sempre “più magro è, meglio è”
Salve, il discorso di ieri mi ha lasciato molti argomenti di riflessione. Ma oggi faccio fatica a riannodare le connessioni tra leptina e livelli ormonali.
Mi dà una mano?
Grazie, Mirella.
Risponde Luca Speciani
Buongiorno Mirella,
spero che il lungo incontro di ieri le abbia lasciato impressioni positive, e un’indicazione di percorso utile a sbrogliare la sua intricata situazione.
Uscendo dallo studio mi sono ricordato di averle promesso una spiegazione sulleinterazioni tra squilibri leptinici e attività tiroidea, che poi ci siamo dimenticati di riprendere. Colmo dunque subito la lacuna.
La carenza di tessuto adiposo (percentuale di Massa Grassa) che ieri abbiamo rilevato (15% contro un valore ideale del 20%) è – come insieme discusso – causa di insufficiente produzione di leptina. La leptina dunque non arriva in quantità sufficiente a stimolare il nucleo arcuato dell’ipotalamo che dispone di due diverse popolazioni di neuroni, l’una deputata a inibire la secrezione di neuropeptide Y (il messaggero della fame di zuccheri), l’altra a stimolare l’asse POMC (proopiomelanocortina) da cui deriva stimolo ipofisario e propensione al consumo energetico.
Una depressione degli stimoli leptinici, dunque, non solo stimola la fame di zuccheri, ma deprime anche l’asse della POMC e il relativo stimolo all’ipofisi.
Tra gli importanti ormoni secreti dall’adenoipofisi c’è il TSH che stimola la tiroide a produrre gli ormoni effettori del consumo T3 e T4. Una depressione del segnale leptinico all’ipotalamo quindi – secondo la scala gerarchica di cui abbiamo lungamente discusso ieri – ha come conseguenza anche una depressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, con rallentamento dei consumi e potenziale accumulo di grasso localizzato, anche in condizioni di atonia e flaccidità muscolare. Questo quadro si confà perfettamente ai suoi valori analitici riguardanti l’attività della sua tiroide.
D’altra parte non c’è da stupirsi: essendo la leptina (nella persona sana) un perfetto controllore dell’equilibrio tra introito energetico e attività funzionale degli organi, pare del tutto coerente che l’organismo si difenda dalla carestia incominciando a ridurre gli sprechi. La tiroide è una delle prime “vittime” ma (con la mediazione del GH e di FSH e LH ipofisari) presto vanno in “depressione” anche l’incremento muscolare, la crescita e l’attività delle ovaie.
Cordiali saluti e a presto
Luca Speciani