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Forse mia figlia è in sovrappeso: cosa può dirmi l’alito?

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Buongiorno, dottor Salari , sono Elisa, ho iniziato ad approcciarmi al regime della dieta Gift da circa un anno, ho letto i libri del Dott. Speciani.
La contatto perchè ho un dubbio che mi assilla da diversi anni riguardo lo stato di salute della mia bimba di 8 anni e mezzo.
E’ una bimba vivace con una struttura fisica “importante” è alta circa 140cm e pesa 41 chili.
Sono sempre stata attenta alla sua nutrizione evitando di acquistare merendine, bibite, succhi e quant’altro, fa molto sport pallavolo e pallacanestro due volte la settimana e nuoto una volta.
Fin da piccola però ha avuto tendenza ad assumere più peso di quanto normale per una bambina della sua età, con scatti di uno-due chili anche nel giro di due o tre settimane.
Il pediatra voleva metterla a dieta e toglierle pane e pasta, ma fortunatamente conoscevo già la gift e non mi è mai passato per la testa di farle seguire un regime calorico restrittivo.
Una cosa però ho notato da tempo: ha perennemente e indistintamente nell’arco della giornata uno spiccato alito agrodolce e questo fin da piccola.
L’ho segnalato al pediatra ma non ne ha mai tenuto conto.
Io mi chiedo invece se questo non sia un SEGNALE magari di qualche intolleranza o mal funzionamento del suo corpo, perchè sinceramente non mi so spiegare la sua difficoltà ad avere un giusto peso alla luce dell’attività fisica che fa e dell’alimentazione che seguiamo in casa.
Questo ovviamente sta creando qualche frustrazione anche nella bimba, perchè anche se noi le diciamo in continuazione che è in piena forma e che è molto muscolosa perchè sportiva, come può immaginare inizia a doversi confrontare con le compagne di scuola e con i conseguenti commenti sulla sua fisicità.
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato leggendo la mia mail e le sarei grata se potesse darmi delle indicazioni per trovare risposta ai miei dubbi.

Buona giornata.
Elisa


Risponde il dottor Piercarlo Salari

 

Gentile sig.ra Elisa,
dovendo (e potendo) ragionare sui soli dati antropometrici e sul suo racconto,  la prima impressione è che peso e statura, per quanto ai percentili più alti per l’età, non denotino elementi allarmanti. Poichè, però, ogni individuo ha una propria costituzione, può anche accadere che, a parità di  valori assoluti, uno sembri longilineo o perfino più magro e l’altro più “in carne”.

Le caratteristiche dell’alito potrebbero essere un elemento di interesse: in futuro saranno probabilmente messi a punto test specifici, ma per il momento, almeno in Italia, non mi risulta ci siano strumenti diagnostici a parte il test del respiro per l’intolleranza al lattosio, cosicchè spetta alla valutazione del medico attribuire valore e significato a questo dettaglio. L’alito dei bambini, d’altra parte, è condizionato principalmente da tre fattori: la flora batterica orale e faringea  (notoriamente, per esempio, una tonsillite condiziona le caratteristiche dell’alito), l’eventuale reflusso gastroesofageo e l’aumento dei corpi chetonici, che può associarsi al diabete mellito oppure denotare semplicemente un regime dietetico in cui la quota di grassi tende a essere eccessiva. Le prime due ipotesi, alle quali si aggiunge anche il diabete, non sfuggono, in quanto accompagnate da altri sintomi e segni inequivocabili.  Nella mia esperienza un alito vagamente chetonico (o acetonemico) è presente in alcuni bambini – oserei dire circa il 3% – e
tende poi a scomparire dopo i 10 anni, per effetto delle modificazioni metaboliche (e in particolare dell’aumento del fabbisogno energetico) all’approssimarsi della pubertà.

Una prima indicazione pratica potrebbe dunque consistere nell’effettuare un semplice esame con stick urinario: in presenza del tipico alito la presenza di chetonuria, cioè di chetoni nelle urine, anche debole (una tacca di positività), valutabile anche con il tradizionale esame di laboratorio, confermerebbe l’ipotesi. Un secondo consiglio, sempre a scopo di orientamento preliminare,  potrebbe consistere nel compilare un diario alimentare meticoloso per una o due settimane, annotando la tipologia degli alimenti, le relative quantità, le caratteristiche dell’alito e qualsiasi ulteriore elemento utile relativo alla digestione e all’alvo.

Questo mi sento di dirle a distanza… i dati oggettivi, in ogni caso, inclusi quelli di laboratorio, vanno sempre contestualizzati all’individuo: non è detto che un asterisco indichi sempre un’alterazione degna di nota e nel suo caso la crescita ottimale e lo stile di vita dinamico costituiscono già due premesse più che positive, che giustificano un approccio del tutto sereno. Concordo in ogni caso sulla sua linea di non sottoporre sua figlia a regimi dietetici restrittivi, a maggior ragione se comportano una penalizzazione della componente glucidica.

Mi auguro, se pure con tutti i limiti del caso, di esserle stato in qualche modo di supporto.
Cordiali saluti.
PCS

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