Di Francesco Bottaccioli
La Psiconeuroendocrinoimmunologia è una scienza che analizza i legami tra psiche, sistema nervoso, ormoni e sistema immunitario. L’intreccio dei legami tra queste aree, in continua comunicazione tra loro, rappresenta un eccellente esempio di medicina di segnale. Riportiamo questo articolo introduttivo di Francesco Bottaccioli per condividere con il mondo GIFT un’impostazione che ha tanti punti comuni in cui il reciproco supporto può essere sinergico. Uno più uno, talvolta, fa più di due.
Riceviamo dunque e volentieri pubblichiamo questo articolo introduttivo sulla PNEI firmato da Francesco Bottaccioli, dal titolo:
Le relazioni mente cervello corpo: nascita e sviluppo della psiconeuroendocrinoimmunologia.
Francesco Bottaccioli è Filosofo della scienza. Presidente onorario della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia, Professore a contratto di PNEI nella Formazione post-laurea delle Facoltà di Medicina di Siena e di Perugia e della Facoltà di Scienza della Formazione di Lecce.
La base storica della psiconeuroendocrinoimmunologia è stata edificata nella prima metà del secolo scorso dagli studiosi della comunicazione ormonale. Tra loro, Hans Selye, per primo, negli anni Trenta del secolo scorso, identificò una via maestra che collega il cervello al resto del corpo, attribuendo a questo sistema, che definì dello stress, o reazione generale di adattamento, una funzione centrale nell’equilibrio salute-malattia.
Negli ultimi decenni non solo sono state chiarite le altre fondamentali vie di collegamento tra cervello e resto del corpo (asse tiroideo, della sessualità, della crescita, ecc.), ma si è anche potuto accertare che il cervello stesso funziona da grande ghiandola endocrina, producendo ormoni steroidei, che si pensavano tipici delle surrenali e delle ghiandole sessuali.
Negli anni ’60 del secolo scorso, in campo immunologico, si è imposto un nuovo punto di vista che, sul finire del XX secolo, ha portato a una visione dinamica del funzionamento del sistema immunitario, studiato nelle sue intime relazioni con la rete nervosa. Il sistema immunitario come “sesto senso interno”, che dialoga con il sistema nervoso, centrale e periferico, con l’obiettivo di mantenere l’equilibrio della salute. Così, nel campo dello studio del cervello, è in atto un potente movimento di sintesi, rappresentato dalle neuroscienze, che tende a superare le tradizionali distinzioni tra scienze biologiche, neurologiche, psichiatriche e psicologiche.
Due gli avanzamenti fondamentali.
L’esperienza è in grado di modificare l’assetto del sistema nervoso centrale, essendo capace di cambiare non solo il programma (software) ma anche la struttura di base (hardware), per usare una metafora informatica. Le connessioni tra neuroni non sono fissate una volta per tutte, ma sono modificabili dall’esperienza. La genetica quindi è certamente importante, ma da sola non spiega la spettacolare capacità di cambiamento (plasticità) del cervello. Del resto, in questo inizio di secolo la genetica sta subendo una vera e propria rivoluzione che va sotto il nome di epigenetica, che è lo studio della modulazione delle informazioni contenute nei geni da parte dell’ambiente e dei nostri comportamenti. Quindi non conta solo quello che c’è scritto nei nostri geni, nella scrittura di fondo che ci è venuta in eredità dai nostri genitori, conta anche, per così dire, la sovrascrittura, gli appunti della vita sul genoma. E cioè quello che facciamo, come mangiamo, se facciamo o no attività fisica, come gestiamo le nostre emozioni, se dormiamo adeguatamente, se viviamo in un ambiente salubre o inquinato, tutto questo influenza l’espressione genica, modula le informazioni contenute nei nostri geni.
In secondo luogo, dallo studio delle memoria si è capito che le emozioni non fanno parte di un altro pianeta, ma sono intrise alla conoscenza e formano la base dell’individualità. In conclusione, l’organismo umano è una rete interconnessa, che può essere influenzata, nel bene e nel male, da stimoli diversi. Il box che riproduce la “voce” Psiconeuroendocrinoimmunologia che ho scritto per il Dizionario Medico Treccani, fornisce ulteriori dettagli sulla storia di questa affascinante disciplina a cui da anni dedico il mio lavoro.
Le tappe salienti della storia della psiconeuroendocrinoimmunologia
La Psiconeuroendocrinoimmunologia è la disciplina che studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi biologici. Nella Psiconeuroendocrinoimmunologia convergono, all’interno di un unico modello, conoscenze acquisite, a partire dagli anni Trenta del XX secolo, dall’endocrinologia, dall’immunologia e dalle neuroscienze.
Aspetti storici.
Nel 1936, Hans Selye dimostrò che la reazione di stress è indipendente dalla natura dello stimolo. Ricerche successive rafforzarono il concetto dimostrando che lo stress può essere attivato da fattori fisici, infettivi, psichici. Indipendentemente dal tipo di agente stressante, si attiva una reazione neuroendocrina e neurovegetativa che libera ormoni e neurotrasmettitori dalle surrenali. A metà degli anni Settanta, il fisiologo tedesco Hugo Besedovsky dimostrò che la reazione di stress, con l’aumento della produzione del cortisolo da parte delle surrenali, causa una soppressione della risposta immunitaria. Fu stabilito così il primo collegamento biologico tra cervello, stress e immunità. Nella seconda metà degli anni Ottanta, il fisiologo statunitense Edween Blalock dimostrò che i linfociti hanno recettori per gli ormoni e i neurotrasmettitori prodotti dal cervello e che, al tempo stesso, producono ormoni e neurotrasmettitori del tutto simili a quelli cerebrali. Venne così dimostrata la comunicazione bidirezionale tra cervello e immunità.
Avanzamenti recenti.
È stato dimostrato che le fibre nervose periferiche, quelle che innervano l’insieme dell’organismo, rilasciano sostanze (neuropeptidi) che attivano o sopprimono la risposta immunitaria, mostrando così, per la prima volta, la possibilità che un’infiammazione abbia un’origine nervosa (infiammazione neurogenica). Al tempo stesso è ormai chiaro che le citochine rilasciate dalle cellule immunitarie, viaggiando con il sangue o con i grandi nervi cranici (come il nervo vago), sono in grado di portare segnali fin dentro il cervello, e quindi di influenzare sia le attività biologiche (febbre, fame, sazietà, ecc.) sia quelle psicologiche (ansia, depressione). Gli anni Novanta hanno visto una crescita significativa degli studi sulla neurobiologia delle emozioni. La disregolazione del sistema dello stress da parte di emozioni, traumi ed eventi stressanti in genere, altera potentemente l’assetto e il funzionamento del sistema immunitario. Se nel breve periodo, il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina (catecolammine) hanno un effetto tonificante anche sull’immunità, nel medio-lungo periodo, queste sostanze collocano la risposta immunitaria su una posizione inadatta a combattere virus e tumori. Analogamente, la disregolazione dell’asse dello stress può favorire lo sviluppo di malattie autoimmuni di vario tipo.
Sul finire degli anni Novanta del secolo scorso, i lavori del neuroscienziato statunitense Robert Sapolsky e di altri hanno dimostrato che l’alterazione del sistema dello stress e la sovrapproduzione di cortisolo possono causare atrofia dell’ippocampo, area cerebrale deputata alla formazione della memoria a lungo termine. Studi del primo decennio del XXI secolo dimostrano che anche patologie come l’aterosclerosi e le cardiopatie in genere sono fortemente condizionate dall’umore: la depressione, con la sovrapproduzione di cortisolo e catecolammine, contribuisce ad alterare la parete interna dei vasi, favorendo la formazione della lesione aterosclerotica. Così, taluni infarti e altri eventi cardiaci acuti, in presenza di disturbi dell’umore, possono trovare spiegazione nelle alterazioni vascolari prodotte dalle catecolammine e dallo squilibrio nel sistema della serotonina, la cui concentrazione diminuisce nel cervello, con effetti depressivi, mentre aumenta nel sangue con effetti di incremento della aggregazione piastrinica (effetti protrombotici).
Infine, ricerche del primo decennio del secolo presente, a opera soprattutto dello psichiatra belga Michael Maes e del neurobiologo francese Robert Dantzer, hanno dimostrato che una disregolazione immunitaria in senso infiammatorio può essere responsabile della sintomatologia che tradizionalmente viene riferita ai ‘disturbi di somatizzazione’ nonché ai tipici sintomi ‘psicosomatici’, che accompagnano sia disturbi di cui si occupano la psicologia e la psichiatria (ansia, depressione, sindrome da fatica cronica) sia disordini di carattere più propriamente medico (malattie autoimmuni, cancro).
Prospettive.
Con la Psiconeuroendocrinoimmunologia viene a profilarsi un modello di ricerca e di interpretazione della salute e della malattia che vede l’organismo umano come una unità strutturata e interconnessa, dove i sistemi psichici e biologici si condizionano reciprocamente. Ciò fornisce la base per prospettare nuovi approcci integrati alla prevenzione e alla terapia delle più comuni malattie, soprattutto di tipo cronico e, al tempo stesso, configura la possibilità di andare oltre la storica contrapposizione filosofica tra mente e corpo nonché quella scientifica, novecentesca, tra medicina e psicologia, superandone i rispettivi riduzionismi, che assegnano il corpo alla prima e la psiche alla seconda.

Linee guida per la nutrizione e finanziamenti dell’industria alimentare
di Giampaolo Usai, Educatore alimentare e Professionista di Segnale Ogni