Buongiorno,
siamo sempre più spesso bombardati da pubblicità che decantano le proprietà di un’acqua rispetto ad un’altra. Come orientarsi?
Grazie,
Luigi
Risponde il Dott. Luca Speciani:
Quando si parla di acqua, tutti drizzano le orecchie. Siamo infatti molto attenti, e giustamente, all’elemento che costituisce il 70% del nostro corpo. Questa percentuale scende via via che invecchiamo (ed era più alta quando eravamo bambini) a dimostrare che l’invecchiamento può anche essere visto come una graduale riduzione della nostra capacità di idratare correttamente il nostro tessuto connettivo. Non serve però solo essere attenti alla quantità di acqua che assumiamo (e a quella che tratteniamo o eliminiamo). Serve anche ragionare di qualità dell’acqua.
Sulla qualità dell’acqua si è detto di tutto e di più, ma un paio di cose devono essere chiare: un’acqua buona dev’essere batteriologicamente pura e del tutto priva di sostanze inquinanti.
La quasi totalità delle acque in commercio, compresa quella che esce dal rubinetto dell’acqua potabile, soddisfa a questi requisiti. La provenienza però (alta montagna piuttosto che pianura, regioni altamente inquinate o zone meno industrializzate) può fare la differenza, quantomeno per la presenza di tracce di inquinanti, sempre sgradite anche se all’interno dei limiti di legge.
Infine vi è differenza (misurabile) tra acque minerali ad alto residuo fisso (ovvero ricche di minerali) e acque oligominerali a basso residuo, più povere. Vi sono dati scientifici sia a favore delle prime (Sangemini, Ferrarelle) che delle seconde (Lete, S.Anna) magari le prime da consigliare a chi sia poco mineralizzato (anziani, osteoporotici), le seconde a chi abbia problemi renali. Detto questo però dobbiamo anche ricordarci che le quantità di sali minerali presenti o assenti in un litro d’acqua sono minime rispetto a quelle contenute in un würstel, in un etto di crudo, in una pizza o in un cubetto di parmigiano. Attenzione dunque a non sopravvalutare l’aspetto del residuo fisso, ma a valutarlo con buon senso all’interno di una sana alimentazione quotidiana.
La varietà dei minerali presenti può essere in ogni caso un indice di salubrità dell’acqua: meglio molti minerali diversi, in grado di coprire qualche nostra carenza, piuttosto che un’acqua ricca solo di sodio o di calcio, elementi molto comuni.
Gasata o non gasata? Lasciamo al gusto di ciascuno questa preferenza, ricordandoci che l’acqua naturale, che l’uomo ha sempre bevuto in natura, non ha gas aggiunti.
Netta superiorità invece del vetro sulla plastica. Un po’ più scomodo, forse, ma gli studi sul rilascio di particelle da parte di materiali plastici apparentemente inerti, ci fanno preferire la soluzione vetro.
Ricordiamoci infine che un corpo sano è capace perfettamente di eliminare a livello renale l’acqua eventualmente assunta in eccesso. E che più acqua assumiamo più facile sarà il lavoro di detossificazione del rene. È più facile lavare i piatti se si dispone di molta acqua piuttosto che con poche gocce. Non dimentichiamoci di bere, soprattutto se perdiamo molta acqua facendo sport: i nostri reni ringrazieranno.