Basi Scientifiche della Medicina di Segnale
È qui presente la lista dei lavori scientifici su cui si basano la Medicina di Segnale e la Dieta GIFT.
La maggior parte ha un commento che spiega la ragione della pubblicazione.
Si tratta di un lavoro pluriennale in costante aggiornamento.
Affermare che frutta e verdura fanno bene non richiede grande documentazione. Quando però si afferma che una colazione molto ricca o un apporto calorico generoso, attraverso uno stimolo alla produzione di leptina, possano far dimagrire, il documentare diventa importante. Se poi si dice con forza che una dieta ipocalorica procura danni, quando sistematicamente viene insegnato il contrario, evidenziare i lavori scientifici che ci danno ragione diventa indispensabile. Solo vagliando sotto una luce scientifica le tante cose false, che tutti danno per vere, si possono fare passi avanti concreti verso una dietologia ed una medicina di segnale.
Ecco dunque un elenco di lavori scientifici che documentano la validità di alcune affermazioni su dietaGIFT e sulle dinamiche di una dieta di segnale.
Questa pagina è da considerare un foglio di lavoro in continua espansione.
Danni indotti da diete ipocaloriche
Schwartz MW et al. – NEJM 336; 1997
Neuroendocrine responses to starvation and weight loss in zucker obese rats
(Abbassamento del metabolismo basale, caduta dei livelli di leptina, soppressione della fertilità, cambio di “carburanti” e attivazione di percorsi catabolici)
Chan JL et al. – J. of Clin. Invest. 111; 2003
The role of falling leptin levels in the neuroendocrine and metabolic adaptation to short term starvation in healthy man
Wadden TA et al. – JAMA 264; 1990
Long-term effects of dieting on resting metabolic rate in obese outpatients
(Con diete da 1220 e da 420 kcal il metabolismo basale dei pazienti calava in 5 settimane il doppio della percentuale di peso persa. Ovvero: calo di peso del 10% = calo del metabolismo basale del 20%!)
Guisberg H et al. – J Clin Endocr Metab 45; 1976
Induction of hypertrigliceridemia by a low fat diet (!)
Mancuso P et al. – J Immunol 15; 2002
Leptin deficient mice exhibit impaired host defense in Gram- pneumonia
Junaid A. Bhatti et al. – JAMA Surgery
Self-harm Emergencies After Bariatric Surgery A Population-Based Cohort Study
(Aumento del rischio di self-harm dopo chirurgia bariatrica: secondo il nostro paradigma, in restrizione, l’ipotalamo rallenta drasticamente l’attività surrenale, con forti ricadute sull’umore e con induzione di stati depressivi)
Peters SL et al. – Aliment Pharmacol Ther. 2014 May;39(10):1104-12.
Randomised clinical trial: gluten may cause depression in subjects with non-coeliac gluten sensitivity – an exploratory clinical study.
(Il celiaco non diagnosticato è un individuo sottonutrito. Dunque, in ottica di segnale, dobbiamo coerentemente aspettarci: anemia, alterazioni tiroidee, deplezione muscolare, osteoporosi, calo surrenale (depressione, abbattimento immunitario), calo libido, minor fertilità, zero bellezza, e tutti i danni da infiammazione conseguenti.)
Segnali leptinici
Istfan, N., Hasson, B., Apovian, C., Meshulam, T., Yu, L., Anderson, W., & Corkey, B. E. (2021). Acute carbohydrate overfeeding: a redox model of insulin action and its impact on metabolic dysfunction in humans. American Journal of Physiology-Endocrinology and Metabolism. Commento: Hanno trovato prove, più pronunciate nei partecipanti con BMI elevati, che le cellule stavano usando elettroni del glutatione, un “master antiossidante”, per aiutare a immagazzinare i carboidrati in eccesso come grassi. Questo ha supportato la loro ipotesi che il consumo eccessivo di carboidrati possa contribuire al distress metabolico limitando la sintesi antiossidante nel corpo. “Se l’eccessiva alimentazione di [carboidrati] non è controllata, alcuni dei modi tradizionali di trattare il diabete, come dare ai pazienti più insulina per abbassare la glicemia, possono essere potenzialmente più dannosi. “Quando trattiamo persone con diabete di tipo 2, spesso l’attenzione è concentrata sull’abbassamento della glicemia piuttosto che sulla prevenzione dell’eccessiva alimentazione di carboidrati, cosa molto comune nella nostra società. ” Quando un individuo consuma carboidrati in eccesso, le cellule scompongono le molecole e le resintetizzano in grassi attraverso un processo di “riduzione” che utilizza elettroni. I ricercatori hanno ipotizzato che durante la sintesi del grasso le cellule possano “togliere elettroni” da altre attività metaboliche, come la produzione di antiossidanti, che sono molecole importanti che aiutano a proteggere l’organismo dal deterioramento.
Zhang Y, Friedman JM et al. – Nature 372; 1994
Positional cloning of the mouse ob-gene and its human homologue
(la scoperta della leptina)
Schwartz MW et al. – NEJM 336; 1997
Neuroendocrine responses to starvation and weight loss in zucker obese rats
(Abbassamento del metabolismo basale, caduta dei livelli di leptina, soppressione della fertilità, cambio di fonti energetiche con percorsi catabolici a carico della massa magra)
Richard D et al. – Curr Opin in Endocr Diab 6; 1999
Role of CRH in the regulation of energy balance
(attraverso l’asse leptina-POMC)
Roemmich JN et al. – The endocrinologist 9; 1999
Evidence supporting an adipo-leptin-GH axis in obesity related hyposomatotropism
(bassa leptina o resistenza leptinica provocano caduta nei livelli di GH, l’ormone della crescita)
Andrico S et al. – Human Reproduction 16; 2001
Leptin in functional hypothalamic amenorrhoea
(bassi livelli di leptina correlano con bassi livelli di FSH e LH: ovvero se non secerno leptina tutto l’asse della fertilità ne soffre)
Lechan RM et al. – Progr Brain Res 153; 2006
The TRH neuron: a hypothalamic integrator of energy metabolism
(Neuroni responsivi alla leptina nel nucleo arcuato dell’ipotalamo inviano segnali monosinaptici ai neuroni TRH secernenti del nucleo paraventricolare. In altre parole: se secerno leptina, l’ipotalamo attiva con forza la tiroide, inducendo dimagrimento. Questo lavoro mostra con evidenza come un corretto stimolo leptinico, derivante quindi da una piena normocaloricità, sia in grado di indurre dimagrimento: un calcio nei denti a tutti coloro che dopo il 2006 continuano a credere che si dimagrisca solo riducendo le calorie assunte!)
Zhang X et al – Cell. 2008 Oct 3;135(1):61-73
Hypotalamic NF-kB links overnutrition to energy imbalance and obesity
Leroy P, Dessolin S, Villageois P, et al. 1996 – J Biol Chem. 271
Expression of ob gene in adipose cells. Regulation by insulin
(l’insulina stimola produzione di leptina attraverso iperespressione del gene ob: significa che resistenza insulinica = resistenza leptinica)
McGarry JD. Banting lecture 2001:. Diabetes. 2002 Jan;51(1):7-18
(leptino resistenza negli obesi spegne il segnale leptinico naturale correlato al cibo. Inoltre la leptino resistenza induce inevitabilmente insulino resistenza)
JAMA Internal Medicine (Association Between Soft Drink Consumption and Mortality in 10 European Countries – A. Mullee et al.).
I dati scientifici sui danni da bevande zuccherate sono sempre più stringenti, come ad esempio questo, pubblicato nel settembre 2019. In questo studio (una parte del famoso studio EPIC) viene analizzata la mortalità per tutte le cause di 451.000 individui suddivisi in base al consumo di bevande dolcificate sia con zucchero che con dolcificanti artificiali. I dati sono impressionanti: il confronto tra chi consuma meno di una bevande/mese con chi ne consuma più di due al giorno parla di incrementi di mortalità fino al 60%. Un dato che troppo spesso viene nascosto e che senza dubbio dovrebbe essere divulgato con più forza da parte di chi sia incaricato di vigilare sulla pubblica salute.
de Lartigue G et al. – Am J Physiol Endocrinol Metab. 2011 Jul;301(1):E187-95.
Diet-induced obesity leads to the development of leptin resistance in vagal afferent neurons.
(Basi molecolari della resistenza leptinica, come conseguenza e non causa dell’obesità)
Enriori PJ et al. – Cell Metab. 2007 Mar;5(3):181-94.
Diet-induced obesity causes severe but reversible leptin resistance in arcuate melanocortin neurons.
(Basi molecolari della resistenza leptinica, distinzione in tre tappe per raggiungere una condizione di leptino-resistenza)
Chu NF, Stampfer MJ, Spiegelman D, Rifai N, Hotamisligil GS, Rimm EB. – Int J Obes Relat Metab Disord. 25(1):106-14, 2001
Dietary and lifestyle factors in relation to plasma leptin concentrations among normal weight and overweight men.
(Il recupero della sensibilità leptinica è possibile con anche solo 3 ore a settimana di attività fisica)
Chen K et al. Nat Med. 2006 Apr;12(4):425-32.
Induction of leptin resistance through direct interaction of C-reactive protein with leptin.
(Legame di segnale tra PCR e leptina: quando si è infiammati la sua funzione è di molto limitata)
Alimentazione, tiroide e terapia
Douyon L et al. – Endocr Metab Clin North Am 31; 2002
Effect of obesity and starvation on thyroid hormone, growth hormone, and cortisol secretion
(Il trattamento dell’obesità con diete ipocaloriche causa un calo dell’fT3 e del GH, mentre induce un aumento del reverse-T3. In altre parole: una dieta ipocalorica induce calo muscolare e rallentamento tiroideo)
BMJ 2019 – Thyroid hormones treatment for subclinical hypothyroidism: a clinical practice guideline
Clinical question What are the benefits and harms of thyroid hormones for adults with subclinical hypothyroidism (SCH)? This guideline was triggered by a recent systematic review of randomised controlled trials, which could alter practice. Current practice Current guidelines tend to recommend thyroid hormones for adults with thyroid stimulating hormone (TSH) levels >10 mIU/L and for people with lower TSH values who are young, symptomatic, or have specific indications for prescribing. Recommendation The guideline panel issues a strong recommendation against thyroid hormones in adults with SCH (elevated TSH levels and normal free T4 (thyroxine) levels). It does not apply to women who are trying to become pregnant or patients with TSH >20.
Garber JR et al. – Endocr Pract. 2012 Nov-Dec;18(6):988-1028.
Clinical practice guidelines for hypothyroidism in adults: cosponsored by the American Association of Clinical Endocrinologists and the American Thyroid Association.
(In assenza di condizioni specifiche (età del paziente, comorbidità, gravidanza, entità dei sintomi ecc.) è possibile idealmente attendere fino a un TSH di 10 mUI/L prima di suggerire in modo inequivocabile l’utilizzo della terapia sostitutiva)
Linee guida European Thyroid Association (ETA) (al 11/01/2016)
(Linee guida dell’European Thyroid Association sull’ipotiroidismo subclinico consigliano di non somministrare levotiroxina nei pazienti sopra i 70 anni per valori di TSH inferiori a 10. Se il TSH supera i 10 in tali soggetti la somministrazione di T4 è riservata ai sintomatici o in quelli a elevato rischio cardiovascolare)
Whichman J et al. Thyroid. 2016 Dec;26(12):1681-1692.
Selenium Supplementation Significantly Reduces Thyroid Autoantibody Levels in Patients with Chronic Autoimmune Thyroiditis: A Systematic Review and Meta-Analysis.
(Somministrazione di selenio ha ridotto i livelli di autoanticorpi contro la tiroide)
Bolk N et al. – Arch Intern Med. 2010 Dec 13;170(22):1996-2003.
Effects of evening vs morning levothyroxine intake: a randomized double-blind crossover trial.
(La somministrazione di levotiroxina alla sera, invece che al mattino, ha aumentato i livelli ematici di ormone tiroideo e diminuito il TSH)
Carriedo A, Pinsky I, Crosbie E, Ruskin G, Mialon M. The corporate capture of the nutrition profession in the USA: the case of the Academy of Nutrition and Dietetics. Public Health Nutr. 2022 Oct 24:1-15. doi: 10.1017/S1368980022001835. Epub ahead of print. PMID: 36273816.
Colazione ricca e completa
Schlundt DG et al. – Am J Clin Nutr 1992;55:645-50
The role of breakfast in the treatment of obesity: a randomized clinical trial
(Persone obese trattate con le stesse calorie giornaliere. Chi faceva la prima colazione perdeva il 28% di grasso in più degli altri)
Timlin MT et al. – Pediatrics 121; 2008
Breakfast eating and weight change in a 5-year prospective analysis of adolescents: Project EAT (Eating Among Teens).
(2216 adolescenti sono stati studiati per 5 anni; quanto più veniva fatta la prima colazione tanto minore era il BMI)
Utter J et al. – J Am Diet Assoc. 2007 Apr;107(4):570-6
At-home breakfast consumption among New Zealand children: associations with body mass index and related nutrition behaviors.
(In 3215 ragazzi neozelandesi, il fatto di saltare la prima colazione era associato ad un BMI più elevato. Mangiare una abbondante prima colazione a casa può limitare la quantità di snack poco salutari mangiati in giornata)
Farshchi HR – Am J Clin Nutr 81; 2005
Deleterious effects of omitting breakfast on insulin sensitivity and fasting lipid profile in healthy lean women
(Importante lavoro che confronta due gruppi, uno che salta la colazione, l’altro che la fa correttamente. I risultati sono alquanto sorprendenti: il profilo lipidico di chi salta la colazione è molto peggiore rispetto a chi la fa. E lo stesso si ha nei confronti della resistenza insulinica, con induzione di ingrassamento per i “saltatori di colazione”. Si rimane sorpresi, di fronte a lavori di questa chiarezza, nel constatare quanta poca importanza venga data al fattore colazione in tutte le diete più diffuse..)
De Castro JM – Journal of Nutrition 134; 2004
The time of day of food intake influences overall intake in human
(Chi mangia più cibo a prima colazione mangia meno calorie totali nella giornata. Chi salta la prima colazione mangia più calorie complessive nel corso degli altri pasti)
Giovannini M. et al. – J Int Med Res 36; 2008
Breakfast: a good habit, not a repetitive custom
(La varietà alimentare aiuta a mantenere l’abitudine alla prima colazione)
Wyatt H et al. – Obesity Research 10; 2002
Long term weight loss and breakfast in the National Weight Control Registry
(Il registro contiene I dati di tutti coloro che hanno perso 15 kg e hanno mantenuto la perdita per almeno 1 anno. Su circa 3000 persone studiate, il 68% faceva abitualmente la prima colazione mentre il 4% di questi la saltava. Se si fa la prima colazione è più probabile che gli effetti di una dietasi mantengano nel tempo)
Leidy HJ et. al – Am J Clin Nutr. 2013 Apr;97(4):677-88
Beneficial effects of a higher-protein breakfast on the appetitive, hormonal, and neural signals controlling energy intake regulation in overweight/obese, “breakfast-skipping,” late-adolescent girls.
(Vengono valutati gli effetti di una buona colazione, in particolare una ricca in proteine, che si dimostra efficiente nella riduzione di appetito e nella capacità di migliorare la qualità della dieta in adolescenti sovrappeso ed obesi)
Leidy HJ et. al – Int J Obes (Lond). 2010 Jul;34(7):1125-33.
The addition of a protein-rich breakfast and its effects on acute appetite control and food intake in ‘breakfast-skipping’ adolescents.
(Efficace controllo dell’appetito e maggiore sensazione di sazietà in soggetti che saltano la colazione attraverso l’introduzione di una colazione, meglio se ricca in proteine)
Garaulet M et al. – Int J Obes (Lond). 2013 Apr;37(4):604-11.
Timing of food intake predicts weight loss effectiveness.
(Mangiare tardi può limitare il successo della dieta)
Rabinovitz HR et al. – Obesity (Silver Spring). 2013 Oct 29.
Big breakfast rich in protein and fat improves glycemic control in type 2 diabetics.
(Miglioramenti metabolici nel diabete di tipo 2 grazie ad una ricca colazione)
Kratz M et al. – Eur J Nutr. 2013 Feb;52(1):1-24.
The relationship between high-fat dairy consumption and obesity, cardiovascular, and metabolic disease.
(Non si evidenzia un legame tra consumo di latticini ad elevato contenuto di grassi e aumento di massa grassa o rischio cardiovascolare e anzi, in certi regimi alimentari, il consumo è associato a diminuito rischio di obesità)
Albert CM et al. – Arch Intern Med. 2002 Jun 24;162(12):1382-7.
Nut consumption and decreased risk of sudden cardiac death in the Physicians’ Health Study.
(Il consumo di noci diminuisce il rischio di morte cardiaca improvvisa)
Rajiv Chowdhury et al. – Annals of Internal Medicine. 2014 Mar;160(6):398-406.
Association of Dietary, Circulating, and Supplement Fatty Acids With Coronary Risk: A Systematic Review and Meta-analysis.
(Importante metanalisi sul consumo di alcuni tipi di grassi: questi dati riguardo al loro consumo infatti non dimostrano una correlazione con un elevato rischio coronarico)
Burkert NT et al. – PLoS One. 2014 Feb 7;9(2):e88278.
Nutrition and health – the association between eating behavior and various health parameters: a matched sample study.
(I vegetariani in questo studio avevano un maggior rischio di allergie, cancro e disordini della psiche; oltre ad una minore qualità della vita)
Chowdhury R et al. – Ann Intern Med. 2014 Mar 18;160(6):398-406.
Association of dietary, circulating, and supplement fatty acids with coronary risk: a systematic review and meta-analysis.
(Importante metanalisi sul ruolo di grassi, saturi e insaturi, e sui loro effetti sul rischio di infarto)
Philipson TJ et al. – Am J Manag Care. 2013 Feb;19(2):121-8.
Impact of oral nutritional supplementation on hospital outcomes.
(Miglioramento delle condizioni grazie all’integrazione di nutrienti)
James J DiNicolantonio – Open Heart. 2014; 1(1): e000032.
The cardiometabolic consequences of replacing saturated fats with carbohydrates or Ω-6 polyunsaturated fats: Do the dietary guidelines have it wrong?
(Editoriale, quindi non uno studio scientifico in senso stretto, che spinge a riflettere sull’effettiva efficacia degli acidi grassi omega-6 rispetto ai grassi saturi)
Drehmer M et al. – J Nutr. 2016 Jan;146(1):81-9.
Total and Full-Fat, but Not Low-Fat, Dairy Product Intakes are Inversely Associated with Metabolic Syndrome in Adults.
(Come da titolo, non bisogna temere i grassi in quanto tali)
BMJ 2015;351:h5791
Low fat diets are no better than others for long term weight loss, research finds
(Riflessione sulle diete a basso contenuto di grassi)
- Clin. Med.2019 8(10), 1571
Low Levels of Low-Density Lipoprotein Cholesterol and Mortality Outcomes in Non-Statin Users
(This article belongs to the Special Issue Current and Emerging Uses of Statins in Clinical Therapeutics)
Hamazaki T et al. – Ann Nutr Metab. 2015;66 Suppl 4:1-116.
Towards a Paradigm Shift in Cholesterol Treatment. A Re-examination of the Cholesterol Issue in Japan.
(Analisi della questione colesterolo in Giappone, che ha evidenziato aumento della sopravvivenza negli anziani con livelli di colesterolo più alti)
Tamosiunas A et al. – PLoS One. 2014 Dec 5;9(12):e114283.
Health factors and risk of all-cause, cardiovascular, and coronary heart disease mortality: findings from the MONICA and HAPIEE studies in Lithuania.
(Riduzione mortalità per tutte le cause, ma anche solo cardiovascolare (-19%) in quelli con colesterolo > 240 rispetto a quelli con col < 201)
Fernandez ML – Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2006 Jan;9(1):8-12.
Dietary cholesterol provided by eggs and plasma lipoproteins in healthy populations .
Fernandez ML – Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2012 Mar;15(2):117-21.
Rethinking dietary cholesterol
McNamara DJ – J Am Coll Nutr. 2000 Oct;19(5 Suppl):540S-548S.
The impact of egg limitations on coronary heart disease risk: do the numbers add up?
Blesso CN et al. – Metabolism. 2013 Mar;62(3):400-10. doi: 10.1016/j.metabol.2012.08.014.
Whole egg consumption improves lipoprotein profiles and insulin sensitivity to a greater extent than yolk-free egg substitute in individuals with metabolic syndrome .
(Quattro studi a favore dell’uso di uova come fonte proteica adeguata, ulteriore conferma dopo l’esclusione delle uova dagli alimenti da evitare nella sindrome metabolica; l’ultimo in particolare dimostra come migliori il profilo lipidico con l’assunzione di uova ogni giorno)
Susan Mayor – BMJ 2016;355:i6141
Skipping breakfast and poor sleep linked to childhood obesity, study finds
(Commento sulla correlazione tra bassa qualità del sonno e obesità nei più giovani)
Uffe Ravnskov et al. – BMJ June 12, 2016
Lack of an association or an inverse association between low-density-lipoprotein cholesterol and mortality in the elderly: a systematic review
Adeguata quantità di proteine in ogni pasto
Protein and amino acid requirements in human nutrition – World Health Organization
Le indicazioni dell’OMS sulle quantità minime di proteine in ogni pasto (PDF)
Intake of up to 3 Eggs per Day Is Associated with Changes in HDL Function and Increased Plasma Antioxidants in Healthy, Young Adults.
DiMarco DM, et al. J Nutr. 2017
Background: HDL function may be more important than HDL concentration in determining risk for cardiovascular disease. In addition, HDL is a carrier of carotenoids and antioxidant enzymes, which protect HDL and LDL particles against oxidation.Objective: The goal of this study was to determine the impact of consuming 0-3 eggs/d on LDL and HDL particle size, HDL function, and plasma antioxidants in a young, healthy population.Methods: Thirty-eight healthy men and women [age 18-30 y, body mass index (in kg/m(2)) 18.5-29.9] participated in this 14-wk crossover intervention. Subjects underwent a 2-wk washout (0 eggs/d) followed by sequentially increasing intake of 1, 2, and 3 eggs/d for 4 wk each. After each period, fasting blood was collected for analysis of lipoprotein subfractions, plasma apolipoprotein (apo) concentration, lutein and zeaxanthin concentration, and activities of lecithin-cholesterol acyltransferase, cholesteryl ester transfer protein, and paraoxonase-1.Results: Compared with intake of 0 eggs/d, consuming 1-3 eggs/d resulted in increased large-LDL (21-37%) and large-HDL (6-13%) particle concentrations, plasma apoAI (9-15%), and lecithin-cholesterol acyltransferase activity (5-15%) (P < 0.05 for all biomarkers). Intake of 2-3 eggs/d also promoted an 11% increase in apoAII (P < 0.05) and a 20-31% increase in plasma lutein and zeaxanthin (P < 0.05), whereas intake of 3 eggs/d resulted in a 9-16% increase in serum paraoxonase-1 activity compared with intake of 1-2 eggs/d (P < 0.05). Egg intake did not affect cholesteryl ester transfer protein activity.Conclusions: Intake of 1 egg/d was sufficient to increase HDL function and large-LDL particle concentration; however, intake of 2-3 eggs/d supported greater improvements in HDL function as well as increased plasma carotenoids. Overall, intake of ≤3 eggs/d favored a less atherogenic LDL particle profile, improved HDL function, and increased plasma antioxidants in young, healthy adults.
Effect of a high-egg diet on cardiometabolic risk factors in people with type 2 diabetes: the Diabetes and Egg (DIABEGG) Study—randomized weight-loss and follow-up phase – Nicholas R Fuller et al. – The American Journal of Clinical Nutrition, Volume 107, Issue 6, June 2018, Pages 921–931,
Consumo elevato di uova è preventivo nei confronti del diabete: People with prediabetes or T2D who consumed a 3-mo high-egg weight-loss diet with a 6-mo follow-up exhibited no adverse changes in cardiometabolic markers compared with those who consumed a low-egg weight-loss diet. A healthy diet based on population guidelines and including more eggs than currently recommended by some countries may be safely consumed.
National Academy of Sciences (2005)
Dietary reference intake for energy, carbohydrates, fiber, fat, fatty acids, cholesterol, proteins and aminoacids
Sports Med. 1999 Apr 27, 4: 213-28
(Lavoro che documenta come la dieta zona sia catabolica e non ergogenica)
Burzstein et al. – Williams ad Wilkins 1989
Energy metabolism, indirect calorimetry and nutrition
(percentuali di termogenesi per tipo alimento)
Buchholz C. – Am J Clin Nutr 79; 2004
Is a calorie a calorie?
(Confronto tra diete a basso contenuto di grassi e diete con elevato contenuto di proteine e basso di carboidrati: in 3 mesi 2,5 kg di differenza di peso con le stesse calorie mangiate)
Paddon-Jones D – Am J Clin Nutr 87; 200
Protein, weight management, and satiety
(evidenza dell’azione delle proteine su sazietà, termogenesi e massa muscolare)
Vander Wal J – Int J of Obes 2008
Egg breakfast enhances weight loss
(confronto tra colazioni con uovo o senza, con le stesse calorie)
Johnston CS – J Am Coll Nutr 21; 2002
Postprandial thermogenesis is increased 100% on a high protein, low fat diet (compared with high carb, low fat diet) in healthy young woman
Halton TL – J Am Coll Nutr 23; 2004
The effects of high protein diets on thermogenesis satiety and weight loss: a review
Polson DA et al. – J Nutr Bioch 15; 2004
Macronutrient composition of the diet differentially affects leptin and adiponutrin mRNA expression in response to meal feeding (Con dieta ricca di zucchero la leptina sale immediatamente e rapidamente diminuisce. Con un pasto ricco di proteine la leptina rimane elevata a lungo e non cala: effetti sulla sazietà e sul metabolismo)
Elango R, Humayun MA, Ball RO, Pencharz PB. – Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2010 Jan;13(1):52-7.
Evidence that protein requirements have been significantly underestimated.
Xu Y et al. – JAMA. 2013 Sep 4;310(9):948-59.
Prevalence and control of diabetes in Chinese adults .
(Il diabete è una malattia ormai molto presente in Cina probabilmente causato da una dieta ricca di carboidrati e da altre ragioni, nonostante ciò c’è chi ancora oggi considera le proteine causa principale di molte patologie: questo studio dimostra che c’è ancora molto da ricercare e comprendere sull’argomento)
Lee EJ – Am J Clin Nutr September 2013
Meat intake and cause-specific mortality: a pooled analysis of Asian prospective cohort studies
(L’aumento di consumo di carne non si è correlato a un aumento di mortalità)
Micha R et al. – Circulation. 2010 Jun 1;121(21):2271-83.
Red and processed meat consumption and risk of incident coronary heart disease, stroke, and diabetes mellitus: a systematic review and meta-analysis.
(Solo il consumo di carne processata è correlato a DM e malattie coronariche)
Rohrmann S et al. – BMC Med. 2013 Mar 7;11:63.
Meat consumption and mortality–results from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition.
(Nuovamente correlata alla mortalità la carne processata, e non la carne in generale)
Alexander DD et al. – Eur J Cancer Prev. 2011 Jul;20(4):293-307.
Meta-analysis of prospective studies of red meat consumption and colorectal cancer.
(La correlazione tra il consumo di carne e il CCR è messa in discussione da questa metanalisi)
Alexander DD, Cushing CA – Obes Rev. 2011 May;12(5):e472-93.
Red meat and colorectal cancer: a critical summary of prospective epidemiologic studies.
(Dal testo: “[…]the currently available epidemiologic evidence is not sufficient to support an independent positive association between red meat consumption and colorectal cancer.”)
Key TJ et al. – Am J Clin Nutr. 2009 May;89(5):1620S-1626S.
Cancer incidence in vegetarians: results from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC-Oxford).
(Uno studio su decine di migliaia di persone che conclude un minor rischio di tumore al colon-retto per coloro che mangiano carne; può sembrare contrario a molti altri studi ed infatti è così: la realtà è che lo stile di vita e ciò che viene usato per sostituire o accompagnare la carne, o il tipo di cottura, l’aggiunta di ormoni e così via, ha un effetto con ogni probabilità molto superiore a ciò che pensiamo nell’aumento (o protezione) dal rischio di cancro. Questo spiega perché così tanti studi siano da ambedue le parti, pro e contro alimentazione a base di carne e dei suoi legami col cancro)
Insulina e segnali
Park H, Lazar M et al. – Diabetes 3/2011 vol. 60 no. 3 – 775-783
Inflammatory Induction of Human Resistin Causes Insulin Resistance in Endotoxemic Mice
Hotamisligil GS – Science Magazine 259; 1993
Adipose expression of TNF. Direct role in obesity-linked insulin resistance (inflammatory citokines and insulin resistance)
Rayala MW – J Clin Invest 11; 2003
Adipose derived resistin and gut-derived resistin-like molecule selectively impair insulin action on glucose production
(La resistina è prodotta dalle cellule adipose e stimola l’insulinoresistenza. Quanto più elevato il grasso viscerale, tanta più resistina viene prodotta)
Weyer c et al – J Clin Endocr Metab 86; 2001
Hypoadiponectinemia in obesity and type II diabetes: close association with insulin resistance
(L’adiponectina è fatta dalle cellule adipose: Elevati livelli di adiponectina significano maggiore sensibilità all’insulina)
McCarty MF. – Med Hypotheses. 2005; 64:628-635.
Potential utility of natural polyphenols for reversing fat-induced insulin resistance
Ebbeling et al – Pediatrics 117; 2006
Effects of decreasing sugar-sweetened beverages consumption on body weight in adolescents
Das UN – Nutrition 17; 2001
Is obesity an inflammatory condition?
Zeyda M et al – int J Obes 17; 2007
Link between fat and insulin resistance: fat cell macrophages secrete IL1, IL6, TNF-alpha.
(le sostanze infiammatorie prodotte dagli adipociti inducono insulinoresistenza)
Rosen ED – Curr Opin Endocrin Diab 6; 1999
TNF-alpha as a mediator of the insulin resistance of obesity
VN Sehgal et al. 25 NOV 2010 – Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology
Juvenile, insulin-dependent diabetes mellitus, type 1-related dermatoses
(effetti insulina su danni dermatologici e cellulite)
Ebrahimi-Mamaeghani M et al. – Vasc Health Risk Manag. 2015 Jan 16;11:55-70.
Adiponectin as a potential biomarker of vascular disease.
(Valutazione del ruolo dell’adiponectina come marker di salute)
Christopher Labos, MD CM, MSc – MedScape
Lifestyle Interventions: The Best Medicine You’re Not Using
(Interessante articolo di riepilogo sull’effetto dello stile di vita sulla salute dell’individuo)
Fibra
Chandalia et al. – NEJM 342; 2000
Beneficial effects of dietary fibre intake in type 2 diabetes
Kammudi J et al. – Annals of internal medicine 134; 2001
Effects of fruit and vegetables intake on risk for coronary heart disease
Juntunen et al. – Am J Clin Nutr 77; 2003
High fiber rye bread and insulin secretion and sensitivity in healthy postmenopausal women
Joshipura KJ et al. – JAMA 282; 1999
Fruit and vegetable intake in relation to risk of ischaemic stroke
Stevens J et al. – J Am Dietetic Assoc 88; 1988
Does dietary fiber affects food intake and body weight?
Raben et al. – Int J Obes 19; 1995
Spontaneous weight loss during 11 weeks of ad libitum intake of a low fat / high fiber diet in in young normal weight subjects
Muller AF et al. – Eur J Endocrin 146; 2002
Ghrelin drives GH secretion during fasting in man
English PJ – J Clin Endocr Metab 87; 2002
Food fails to suppress ghrelin levels in obese humans
Sakata O et al. – Exp Biol Med 228; 2003
Antiobesity actions of mastication driven by histamine neurons in rats
(sul valore dimagrante della masticazione lenta, o di cibi fibrosi)
Marciani L, Gowland PA, Spiller RC, Manoj P, Moore RJ, Young P, Fillery-Travis AJ. – Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol. 2001 Jun;280(6):G1227-33.
Effect of meal viscosity and nutrients on satiety, intragastric dilution, and emptying assessed by MRI.
(La fibra alimentare facilita il raggiungimento del senso di sazietà, in quanto contribuisce ad aumentare il volume del cibo ingerito e a rallentare lo svuotamento dello stomaco)
Muraki I et al. – BMJ. 2013 Aug 28;347:f5001.
Fruit consumption and risk of type 2 diabetes: results from three prospective longitudinal cohort studies.
(la frutta e in particolare alcuni frutti non predispongono al diabete di tipo 2, sono anzi protettivi)
Christensen AS et al. – Nutr J. 2013 Mar 5;12:29.
Effect of fruit restriction on glycemic control in patients with type 2 diabetes–a randomized trial.
(La restrizione della frutta nel diabete di tipo 2 non diminuisce l’HbA1c e altri parametri relativi al dimagrimento)
Leenders M et al. – Am J Epidemiol. 2013 Aug 15;178(4):590-602.
Fruit and vegetable consumption and mortality: European prospective investigation into cancer and nutrition.
(Il consumo di frutta e verdura è correlato a un minor rischio di mortalità, studio effettuato su quasi mezzo milione di persone da 10 paesi europei dal 1992 al 1998)
Cibi spazzatura o potenzialmente pericolosi in ottica di segnale
RA Bentley et al.
U.S. obesity as delayed effect of excess sugar – Economics and human biology – Sept 19, 2019
In the last century, U.S. diets were transformed, including the addition of sugars to industrially-processed foods. While excess sugar has often been implicated in the dramatic increase in U.S. adult obesity over the past 30 years, an unexplained question is why the increase in obesity took place many years after the increases in U.S. sugar consumption. To address this, here we explain adult obesity increase as the cumulative effect of increased sugar calories consumed over time. In our model, which uses annual data on U.S. sugar consumption as the input variable, each age cohort inherits the obesity rate in the previous year plus a simple function of the mean excess sugar consumed in the current year. This simple model replicates three aspects of the data: (a) the delayed timing and magnitude of the increase in average U.S. adult obesity (from about 15% in 1970 to almost 40% by 2015); (b) the increase of obesity rates by age group (reaching 47% obesity by age 50) for the year 2015 in a well-documented U.S. state; and (c) the pre-adult increase of obesity rates by several percent from 1988 to the mid-2000s, and subsequent modest decline in obesity rates among younger children since the mid-2000s. Under this model, the sharp rise in adult obesity after 1990 reflects the delayed effects of added sugar calories consumed among children of the 1970s and 1980s.
Lichestein AH et al – NEJM 1999; 340
Effects of different forms of dietary hydrogenated fats on serum lipoprotein cholesterol levels
Kang K et al. – Bioch Bioph Res Comm 303; 2003
Trans 10, cis 12 CLA inhibits differentiation of 3T3-L1 adipocytes and decreases PPAR-gamma expression
Mozaffarian D – Am J Clin Nutr 79; 2004
Dietary intake of trans fatty acids and systematic inflammation in women
Lang, T., Cambien, F., Richard, J. L., et al. (1988) – Arch Mal Coeur Vaiss. 81: 171–174.
Relation entre le niveau de pression arterielle et differents types de boissons alcooliques
Renaud, S., & de Lorgeril, M. (1992). – Lancet, Vol. 20, No. 339, 1523-1526
Wine, alcohol, platelets, and the French paradox for coronary heart disease
(questo è il lavoro conosciuto come quello “del paradosso francese”)
Providência R. (2006). – Rev Port Cardiol. 2006 Nov;25(11):1043-58.
Cardiovascular protection from alcoholic drinks: scientific basis of the French Paradox.
Thun MS, Peto R, Lopez AD, Monaco JH, Henley SJ, Heath C, Doll R 1997. – NEJM, 377: 1705-14.
Alcohol consumption and mortality in middle-aged and elderly US adults
(questo è il lavoro di 9 anni svolto in Arizona, che ha dato una veste più scientifica al discorso sull’alcol)
Goldfinger M. – Cardiol Clin 2003; 21(3): 449-57.
Beyond the French paradox: the impact of moderate beverage alcohol and wine consumption in the prevention of cardiovascular disease
Wannamethee SG et al, Int J Obes (Lond) 2005 Dec;29(12):1436-44
“Alcohol and adiposity: effects of quantity and type of drink and time relation with meals”
Kalousova M et al. – Alcohol & Alcoholism Vol. 39, No. 4, pp. 316-320, 2004
Advanced glycation end-products in patients with chronic alcohol misuse
(effetto indiretto sull’accumulo di proteine glicate nel sangue, come nel diabete)
Kiefer F. et al. – Alcohol 37; 2002
Alcohol intake, TNF-alpha, leptin and craving: factors of a possibly vicious circe
Rojdmark S. et al – Clin Endocrin 55; 2001
Alcohol ingestion decreases both diurnal and nocturnal secretion of leptin in healthy individuals
Wand GS et al. – The endocrinologist 9; 1999
Alcohol and the hypothalamic-pituitary-adrenal axis
J Mann, L. Te Morenga, S. Mallard – BMJ 2013; 346 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.e7492 – 15/1/2013
Dietary sugars and body weight: systematic review and meta-analyses of randomised controlled trials and cohort studies
(Lavoro commissionato dall’OMS per rivedere le quantità massime accettabili di zuccheri che un individuo può assumere. Documenta con un’attenta metanalisi che l’assunzione di zuccheri induce aumento di peso, mentre la non assunzione lo riduce. Tale articolo è stato ampiamente commentato da Luca Speciani sul sito dietagift.it)
Tordoff MG et al. – Phisiology and Behaviour 47 ; 1990
Oral stimulation with aspartame increases hunger
Lavin HG et al – Int J Obes 21; 1997
The effect of sucrose and aspartame-sweetened drinks on energy intake, hunger and food choice of female, moderately restrained eaters
Raben et al. – Am J Clin Nutr 76; 2002
Sucrose compared with artificial sweeteners. Different effects on ad libitum food intake and body weight after ten weeks of supplementation in overweight subjects
Page KA et al. – JAMA 309 n.1; 2013
Effects of fructose vs. glucose on regional cerebral blood flow in brain regions involved with appetite and reward pathways
(Il fruttosio meglio prenderlo dalla frutta, quando è usato come dolcificante non genera segnali di sazietà adeguati)
Oyama Y et al. – Cell Biol Toxicol 18; 2002
Cytotoxic effects of methanol, formaldehyde and formate on rat timocytes: a possibility of aspartame toxicity
Hermanussen M – J Ped Endocrin Metab 16; 2003
Does high glutamate intake cause obesity?
Proc Natl Acad Sci U S A. 2003 Oct 14;100(21):12045-50.
(Articolo sui possibili effetti della carne rossa e del latte sulla induzione tumorale umana)
Int J Cancer. 2003 Oct 10;106(6):934-41
(Lavoro canadese utile per capire la relazione tra prodotti lattiero caseari e cancro)
Zhonghua Nan Ke Xue. 2003 Jun;9(3):186-90
(Lavoro cinese sull’aumento del tumore prostatico correlato al latte, mettendolo in relazione con i residui di estrogeni presenti in questo alimento)
Marvin Harris – Buono da mangiare – Einaudi 1997
(Il volume che riporta un’interessante spiegazione evolutiva relativa all’incapacità genetica di digestione del latte in età adulta per il 75% degli individui)
The dietary advice on added sugar needs emergency surgery – BMJ 2013;346:f3199
(eccesso di zuccheri aggiunti nel calcolo del fabbisogno)
The InterAct consortium. – Diabetologia. 2013 Apr 26.
Consumption of sweet beverages and type 2 diabetes incidence in European adults: results from EPIC-InterAct.
(Legame tra consumo di bevande zuccherate e diabete di tipo 2 in uno studio estremamente ampio)
Ellwood P et al. – Thorax. 2013 Apr;68(4):351-60.
Do fast foods cause asthma, rhinoconjunctivitis and eczema? Global findings from the International Study of Asthma and Allergies in Childhood (ISAAC) phase three.
(correlazione tra rinocongiuntivite, asma ed eczema e il junk food)
Pepino MY et al. – Diabetes Care. 2013 Apr 30.
Sucralose Affects Glycemic and Hormonal Responses to an Oral Glucose Load.
(L’assunzione di un dolcificante ipocalorico induce, nel pasto successivo, di solito cercato ricco di zucchero, degli effetti molto seri sulla regolazione dell’assorbimento del glucosio)
Pepino MY et al. – Diabetes Care. 2013 Sep;36(9):2530-5.
Sucralose affects glycemic and hormonal responses to an oral glucose load.
(L’assunzione di sucralosio ha effetti sulla glicemia e sulla risposta insulinica)
Schiffman SS, Rother KI. – J Toxicol Environ Health B Crit Rev. 2013;16(7):399-451.
Sucralose, a synthetic organochlorine sweetener: overview of biological issues.
(Il sucralosio non è un composto biologicamente inerte, ma ha diversi effetti)
Kerti L et al. – Neurology. 2013 Nov 12;81(20):1746-52.
Higher glucose levels associated with lower memory and reduced hippocampal microstructure.
(Alti livelli di glucosio anche in assenza di patologie come il diabete possono provocare danni a livello cerebrale, danneggiando ad esempio le strutture alla base della memoria)
Lustig RH. – Adv Nutr. 2013 Mar 1;4(2):226-35.
Fructose: it’s “alcohol without the buzz”.
(I danni del fruttosio assunto concentrato – non dalla frutta)
Crane PK et al. – N Engl J Med. 2013 Aug 8;369(6):540-8.
Glucose levels and risk of dementia.
(Alti livelli di glucosio, anche in assenza di diabete, sono un fattore di rischio nello sviluppo di demenza)
Humphries P et al. – Eur J Clin Nutr. 2008 Apr;62(4):451-62.
Direct and indirect cellular effects of aspartame on the brain.
(Possibile che l’eccessiva assunzione di aspartame possa avere un ruolo nella patogenesi di disturbi mentali e nella compromissione della capacità di apprendimento)
Sartorelli DS et al. – Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2009 Feb;19(2):77-83.
Dietary fructose, fruits, fruit juices and glucose tolerance status in Japanese-Brazilians.
(L’assunzione di fruttosio come dolcificante – e quindi non dalla frutta – aumenta la resistenza insulinica favorendo patologie come diabete, obesità e malattie metaboliche)
Lakhan SE et al. – Nutr J. 2013 Aug 8;12:114.
The emerging role of dietary fructose in obesity and cognitive decline.
(L’assunzione di fruttosio come dolcificante – e quindi non dalla frutta – favorisce l’obesità e il declino cognitivo)
DiNicolantonio JJ et al. – Am J Cardiol. 2014 Oct 1;114(7):1126-8.
An unsavory truth: sugar, more than salt, predisposes to hypertension and chronic disease.
WHO Guideline: Sugars intake for adults and children
Link
Schillinger D, Jacobson MF. JAMA.
Science and public health on trial: warning notices on advertisements for sugary drinks.
(Un importante passo avanti nell’informazione per il pubblico sui danni da consumo di zuccheri)
Mayor Susan. BMJ 2016; 355 :i5852
Industry funded studies are less likely to link sugary drinks to obesity, review finds
(Gli studi sullo zucchero hanno tutti lo stesso valore?)
Nicola Veronese et al. BMJ 2016;355:i5855
Combined associations of body weight and lifestyle factors with all cause and cause specific mortality in men and women: prospective cohort study
(Effetti dello stile di vita sulla salute, in questo studio prospettivo sono stati considerati numerosi fattori di rischio come l’obesità ed il fumo sulla mortalità)
Farmaci
Yourman LC, Cenzer IS, Boscardin WJ, et al. Evaluation of Time to Benefit of Statins for the Primary Prevention of Cardiovascular Events in Adults Aged 50 to 75 Years: A Meta-analysis. JAMA Intern Med. Published online November 16, 2020.
Expert Rev Clin Pharmacol. 2015 Mar;8
Statins stimulate atherosclerosis and heart failure: pharmacological mechanisms.
BMJ. 2002 Apr 13; 324(7342): 883–885.
In search of “non-disease” – NCBI https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1122831/
Come sappiamo perché riportato dal Journal of the American Medical Association (JAMA), già nel 2002 l’87% degli autori delle linee guida cliniche aveva conflitti d’interesse a causa di legami con l’industria farmaceutica. Di questi, il 59% aveva rapporti diretti con i produttori dei farmaci relativi alle patologie per cui era chiamato a stilare le linee guida (Choudhry N. Relationship between authors of clinical practice guidelines and the pharmaceutical industry.
Oltre 200 condizioni ritenute (a torto) come patologiche . Ecco le prime dieci: invecchiamento, lavoro, noia, sacchi lacrimali, ignoranza, calvizie, efelidi , orecchie a sventola, capelli grigi/bianchi, bruttezza…
Il fenomeno è tanto diffuso che il prestigioso British Medical Journal ha pubblicato, già nel 2002, una “Classificazione internazionale delle non-malattie”
Wolfe, M. M., Lichtenstein, D. R., & Singh, G. (1999). Gastrointestinal toxicity of nonsteroidal antiinflammatory drugs. New England Journal of Medicine, 340(24), 1888-1899.
Waknine Y – Medscape Medical News Dec 11, 2012
Pharma company-sponsored studies biased: meta-analysis
(Una meta-analisi documenta come gli studi pubblicati e finanziati dall’industria farmaceutica sono molto più “rosei” rispetto ai dati che emergono da meta-analisi più complete sugli stessi farmaci. Il dato non sorprende.)
Rosmond R et al – Soc Clin Endocr 83; 1998
Stress related cortisol secretion in men: relationship with abdominal obesity and endocrine, metabolic and haemodinamic abnormalities
Knowler WC et al – NEJM 346; 2002
Reduction in the incidence of type 2 diabetes with lifestyle intervention or metformin
(58% di efficacia in più modificando lo stile di vita piuttosto che assumendo metformina)
Bolland MJ et al, BMJ 2008 Feb 2;336(7638):262-6. Epub 2008 Jan 15
(Lavoro che indica i potenziali rischi legati all’assunzione di calcio)
Richard Smith – In search of “non-disease” – BMJ. 2002 April 13; 324(7342): 883–885.
(L’articolo che definisce 200 “non malattie” tra quelle di solito considerate tali)
Clarke CA et al, J Clin Oncol. 2006 Nov 20;24(33):e49-50.
(Questo lavoro evidenzia la maggior incidenza di tumori alla mammella a seguito di terapia sostitutiva estrogenica)
Yang YX, et al, JAMA 2006 Dec 27;296(24):2947-53.
(I protettori dello stomaco possono indurre dei danni ossei)
Jackson RD, et al. N Engl J Med 2006;354:669-83
(L’eccesso di calcio può fare male)
Ma DF et. Al. R. – Clin Nutr. 2008 Feb;27(1):57-64. Epub 2007 Dec 11.
Soy isoflavone intake increases bone mineral density in the spine of menopausal women: meta-analysis of randomized controlled trials
Paracetamol (acetaminophen) poisoning
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4610347/
Updated guidelines for the management of paracetamol poisoning in Australia and New Zealand.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31786822
Acetaminophen Toxicity
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK441917/
Are some people at increased risk of paracetamol-induced liver injury? A critical review of the literature
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5765191/#CR2
Pattern of Paracetamol Poisoning: Influence on Outcome and Complications
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6315900/
Safety and Efficacy of the SNAP 12-hour Acetylcysteine Regimen for the Treatment of Paracetamol Overdose
https://www.thelancet.com/journals/eclinm/article/PIIS2589-5370(19)30066-5/fulltext
Liver transplant associated with paracetamol overdose: results from the seven-country SALT study
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4574844/
Report ISTISAN 2014
http://old.iss.it/binary/publ/cont/18_6_web.pdf
Rapporto ISTISAN 2015
http://old.iss.it/binary/publ/cont/19_20_web.pdf
Il PRAC raccomanda il ritiro dal commercio di paracetamolo a rilascio modificato
http://www.farmacovigilanza.unina2.it/index.php?option=com_content&view=article&id=741:il-prac-raccomanda-il-ritiro-dal-commercio-di-paracetamolo-a-rilascio-modificato&catid=72&Itemid=485&lang=it
Hepatotoxicity of paracetamol and related fatalities
https://www.europeanreview.org/wp/wp-content/uploads/95-101-Hepatotoxicity-of-paracetamol-and-related-fatalities.pdf
Acetaminophen hepatotoxicity: an updated review.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25537186
https://escholarship.org/uc/item/1fp2t0c7
Safety of Paracetamol in Osteoarthritis: What Does the Literature Say?
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6509082/#CR10
Carter AA et al. – BMJ. 2013 May 23;346:f2610.
Risk of incident diabetes among patients treated with statins: population based study.
(Con alcune statine cresce il rischio di diabete)
Hur SJ et al. – Nutr Res. 2012 Nov;32(11):801-16.
Review of natural products actions on cytokines in inflammatory bowel disease.
(Effetti degli Omega-3 sull’infiammazione)
Garbacki N et al. – Naunyn Schmiedebergs Arch Pharmacol. 2002 Jun;365(6):434-41.
Effects of prodelphinidins isolated from Ribes nigrum on chondrocyte metabolism and COX activity.
(Effetti del Ribes Nigrum sulla modulazione delle risposte infiammatorie)
Li K et al. – Zhonghua Wei Chang Wai Ke Za Zhi. 2013 Apr;16(4):336-9.[Efficacy of probiotics on ulcerative colitis and its mechanism] (Effetti dei probiotici nel trattamento della colite ulcerativa)
McGettigan P, Henry D. – PLoS Med 2013
Use of non-steroidal anti-inflammatory drugs that elevate cardiovascular risk: An examination of sales and essential medicine lists in low-, middle-, and high-income countries.
(Rischio cardiovascolare e anti-infiammatori)
Mansi I, Mortensen E. – Expert Opin Drug Saf. 2013 May;12(3):327-37. The controversy of a wider statin utilization: why? (le statine possono provocare dolori articolari e muscolari)
Taylor PN et al. – JAMA Intern Med. 2013 Oct 7.
Falling Threshold for Treatment of Borderline Elevated Thyrotropin Levels-Balancing Benefits and Risks: Evidence From a Large Community-Based Study.
(Possibili effetti negativi dell’aumento di prescrizione di tiroxina)
Leuschen J – JAMA Ophthalmol. 2013 Nov 1;131(11):1427-34.
Association of statin use with cataracts: a propensity score-matched analysis.
(Aumentato rischio di cataratta tra pazienti che fanno uso statine)
Earn DJ et al. – Proc Biol Sci. 2014 Jan 22;281(1778):20132570.
Population-level effects of suppressing fever.
(Gli antipiretici usati in modo inadeguato potrebbero favorire la trasmissione dell’influenza)
Briggs ADM et al. – BMJ 2013;347:f7267
A statin a day keeps the doctor away: comparative proverb assessment modelling study
(Uno studio interessantissimo: si considera l’introduzione di una mela al giorno e la prescrizione di statine; introdurre le statine eviterebbe la morte per eventi cardiovascolari a 9400 persone ogni anno ma porterebbe a 1200 casi di miopatia, 200 di rabdomiolisi e 12300 diagnosi di diabete; introdurre la mela invece eviterebbe la morte per eventi cardiovascolari a 8500 persone senza altri effetti collaterali)
Karl Michaëlsson – BMJ 2015;351:h4825
Calcium supplements do not prevent fractures
(Editoriale sui numerosi dubbi legati alla reale efficacia di calcio e Vitamina D nella prevenzione delle fratture)
Covid Analysis, (2021). Vitamin D is effective for COVID-19: meta analysis of 36 studies. Commento: “La vitamina D non è solo efficace contro le infezioni in genere. Lo è anche, in modo specifico, verso il COVID-19″.
Shin JY et al. – BMJ. 2015 Jul 14;351:h3517.
Risk of intracranial haemorrhage in antidepressant users with concurrent use of non-steroidal anti-inflammatory drugs: nationwide propensity score matched study. (L’uso combinato di FANS e antidepressivi aumenta il rischio di emorragia intracranica)
Shah NH et al. – PLoS One. 2015 Jun 10;10(6):e0124653.
Proton Pump Inhibitor Usage and the Risk of Myocardial Infarction in the General Population.
(L’uso di IPP si associa ad aumento di rischio di infarto miocardico)
Andersen L et al. – Br J Clin Pharmacol. 2015 Apr;79(4):677-84.
Hormonal contraceptive use and risk of glioma among younger women: a nationwide case-control study.
(L’uso della pillola anticoncezionale potrebbe aumentare il rischio di glioma)
Wallis KA – Ann Fam Med. 2015 Sep;13(5):472-4. doi: 10.1370/afm.1810.
Learning from no-fault treatment injury claims to improve the safety of older patients.
(Si suggerisce come sia necessario considerare molto bene se trattare o meno determinati pazienti per i quali un trattamento può essere da solo, e il solo, fattore di rischio nella primary care della Nuova Zelanda. L’appropriatezza è fondamentale.)
Morgan DJ et al. – JAMA Intern Med. 2015 Dec 1;175(12):1960-4. doi: 10.1001/jamainternmed.2015.5614.
Update on Medical Practices That Should Be Questioned in 2015.
(Attenzione alla sovradiagnosi e ai trattamenti medici che non apportano alcun beneficio, sempre basarsi sull’EBM per comprendere cosa sia d’aiuto per il paziente, e cosa no).
Earn DJ et al. – Proc Biol Sci. 2014 Jan 22;281(1778):20132570.
Population-level effects of suppressing fever.
(Sopprimere la febbre può sembrare una strategia normale ed innocua, ma ha un impatto sulla durata di malattia che preso da solo può sembrare minimo, ma inserito in un sistema di salute nazionale deve essere considerato).
Kearns CE et al. – JAMA Intern Med. 2016;176(11):1680-1685.
Sugar Industry and Coronary Heart Disease Research, A Historical Analysis of Internal Industry Documents.
(L’influenza dei gruppi industriali nel mondo della ricerca)
Ravnskov U et al. – BMJ Open. 2016 Jun 12;6(6):e010401. doi: 10.1136/bmjopen-2015-010401.
Lack of an association or an inverse association between low-density-lipoprotein cholesterol and mortality in the elderly: a systematic review.
(Importante review che valuta l’impatto delle LDL-C sul rischio cardiovascolare, trovando risultati particolarmente interessanti nell’età avanzata).
Abramson John D, Rosenberg Harriet G, Jewell Nicholas, Wright James M. – BMJ 2013; 347 :f6123
Should people at low risk of cardiovascular disease take a statin? (Con correzione)
(Valutazione degli effetti collaterali della terapia con statine).
Goldstein MR, Mascitelli L. – Med Hypotheses. 2014 Sep;83(3):346-51.
Regarding long-term statin therapy: are we trading stronger hearts for weaker brains?
(L’impatto neurologico delle statine è stato adeguatamente studiato?)
Davies Edward. – BMJ 2013; 347 :f7022
Cardiovascular risk guidelines and transparency
(Linee guida e trasparenza: un rapporto non sempre facile).
Ki Chul Sung et al. Low Levels of Low-Density Lipoprotein Cholesterol and Mortality Outcomes in Non-Statin Users
J. Clin. Med.2019
Abstract: “We aimed to test the association between low-density lipoprotein cholesterol (LDL-C) and cardiovascular disease (CVD), cancer, and all-cause mortality in non-statin users. A total of 347,971 subjects in Kangbuk Samsung Health Study (KSHS.57.4% men, mean follow up: 5.64 ± 3.27 years) were tested. To validate these associations, we analyzed data from another cohort (Korean genome and epidemiology study, KoGES, 182,943 subjects). All subjects treated with any lipid-lowering therapy and who died during the first 3 years of follow up were excluded. Five groups were defined according to baseline LDL-C concentration (<70, 70–99, 100–129, 130–159, ≥160 mg/dL). A total of 2028 deaths occurred during follow-up in KSHS. The lowest LDL-C group (LDL < 70 mg/dL) had a higher risk of all-cause mortality (HR 1.95, 1.55–2.47), CVD mortality (HR 2.02, 1.11–3.64), and cancer mortality (HR 2.06, 1.46–2.90) compared to the reference group (LDL 120–139 mg/dL). In the validation cohort, 2338 deaths occurred during follow-up. The lowest LDL-C group (LDL < 70 mg/dL) had a higher risk of all-cause mortality (HR 1.81, 1.44–2.28) compared to the reference group. Low levels of LDL-C concentration are strongly and independently associated with increased risk of cancer, CVD, and all-cause mortality. These findings suggest that more attention is needed for subjects with no statin-induced decrease in LDL-C concentrations.“
Neurology. 2019 Jul 2. pii: 10.1212/WNL.0000000000007853
Low-density lipoprotein cholesterol and risk of intracerebral hemorrhage: A prospective study.
Dr.ssa Mariagrazia Oliveri: “Ancora uno studio che induce a pensare sulla reale necessità di prescrivere certi farmaci! Come sappiamo il colesterolo gioca un ruolo centrale nella struttura delle membrane cellulari e l’LDL-c, il cui basso livello potrebbe rendere fragili gli eritrociti, è coinvolto nei pathway della coagulazione e dell’amiloide cerebrale : lo studio che segnalo conclude che valori molto bassi di colesterolo LDL, sono associati a un aumento del rischio di emorragia intracerebrale. Questa associazione tra LDL e rischio emorragico cerebrale è stata evidenziata all’interno di questo studio che ha seguito oltre 96 mila partecipanti per nove anni, pubblicato recentemente su Neurology. Durante nove anni di follow-up, si sono verificati 753 casi di emorragia intracerebrale. Il rischio di emorragia non differiva significativamente tra i partecipanti con concentrazioni di colesterolo LDL pari a 70-90 mg/dl e quelli con concentrazioni superiori a 100 mg/dl. Al contrario, il rischio di emorragia intracerebrale era del 65% più elevato per i soggetti con concentrazioni di colesterolo LDL comprese tra 50-69 mg/dl e 2,69 volte più elevato per quelli con concentrazioni al di sotto dei 50 mg/dl, rispetto ai partecipanti con concentrazioni di 70-90 mg/dl.
L’associazione tra un basso livello di colesterolo LDL e l’aumento del rischio di emorragia intracerebrale è diventato significativo al di sotto di un valore soglia del colesterolo LDL di 75,7 mg/dl. Nei partecipanti allo studio i livelli di LDL-c sono stati misurati ogni 2 anni e l ’associazione tra concentrazioni di colesterolo LDL e rischio di emorragia intracerebrale non risultava significativamente influenzata da altre variabili come età, sesso, ipertensione, indice di massa corporea…”
Ramsden CE et al. – BMJ. 2016 Apr 12;353:i1246.
Re-evaluation of the traditional diet-heart hypothesis: analysis of recovered data from Minnesota Coronary Experiment (1968-73).
(La diminuzione di colesterolo non porta a riduzione di rischio di mortalità per tutte le cause, anzi, ad un 13,8% di riduzione del colesterolo per via alimentare fa aumentare la mortalità del 20%)
Mansi IA et al. – Drug Saf. 2016 Jun;39(6):543-59.
Long-Term Outcomes of Short-Term Statin Use in Healthy Adults: A Retrospective Cohort Study
(Non sono stati evidenziati benefit a livello cardiaco dall’uso di statine a breve termine in prevenzione primaria, mentre è stato evidenziato un maggiore rischio di diabete e complicazioni diabetiche sul lungo termine)
Marco Tuccori et al. – BMJ 2016;352:i1541
Pioglitazone use and risk of bladder cancer: population based cohort study
(Associazione dell’uso di pioglitazione e di cancro della vescica)
Monica L Bertoia et al. – BMJ 2016;352:i17
Dietary flavonoid intake and weight maintenance: three prospective cohorts of 124 086 US men and women followed for up to 24 years
(Relazione tra assunzione di flavonoidi e mantenimento del peso corporeo)
Movimento fisico e dimagrimento
O’ Brien et al. – Medicine and Science in Sports and Exercise, 25, 9 (1993), 1009-1017
Carbohydrate dependance during marathon running
(consumo di carboidrati durante una maratona)
Befroy et al – Proc Natl Acad Sci U S A. 2008; 105
Increased substrate oxidation and mitochondrial uncoupling in skeletal muscle of endurance-trained individuals
(54% di incremento metabolico nel muscolo di sportivi rispetto a sedentari, anche a riposo!)
Boegli Y et al. – J Invest Dermat 121; 2003
Endurance training enhances vasodilation induced by Nitric Oxyde in human skin
(il viagra degli sportivi)
Bramble D, Liebermann D – Nature 432; 2004
Born to run: endurance running and the evolution of Homo
Wein et al – Ann Int Med 132; 2000
Physical inactivity as predictor of mortality in men with type II diabetes
Wojtaszewski JFP et al – Curr Opin in Endocr Diab
Effects of exercise to promote muscle insulin sensitivity
Tremblay A – Metabolism 43; 2004
Impact of exercise intensity on body fatness and skeletal muscle metabolism
Kraemer RR et al – Soc. for Experimental Biology and Medicine 2002
Leptin and exercise
(low leptin after running due to energy consumption)
Noland RC – Metabolism 52; 2003
Acute endurance exercise increases skeletal muscle UCP3 gene expression in untrained humans
Steinberg GR – J Physical Endocr Metab 286; 2004
Endurance training partially reverses dietary induced leptin resistance in rodent skeletal muscle
Nindl BC et al – Med Sci Sport Exer 34; 2002
Leptin concentration experience a delayed reduction after resistance exercise in men
Baba T et al – Res Comm Mol Pathol Pharmac 108; 2000
Reciprocal changes in leptin and TNF-alpha with exercise in insulin resistant rats
Ghiani G et al. – Appl Physiol Nutr Metab. 2015 Sep;40(9):938-44.
Body composition changes affect energy cost of running during 12 months of specific diet and training in amateur athletes
(Importanza di un approccio terapeutico legato tanto al movimento quanto all’alimentazione per promuovere la salute, con effetti evidenti sulla massa grassa – in diminuzione – e sulla massa magra – in aumento – a dodici mesi)
Movimento fisico e salute
Tanasescu M et al. – Circulation 107; 2003
Physical Activity in Relation to Cardiovascular Disease and Total Mortality Among Men With Type 2 Diabetes
Myers J et al. – Circulation 107; 2003
Active lifestyle and diabetes
Shepherd RJ et al – Circulation 99; 1999
Exercise as cardiovascular therapy
Roberts CK, Vaziri ND, Barnard J. – Circulation 2002; 106:
Effect of diet and exercise intervention on blood pressure, insulin, oxidative stress, and nitric oxide availability.
Whelton PK et al – JAMA 288; 2002
Primary prevention of hypertension
(confronto tra attività fisica e farmaci antipertensivi)
Marcia L et al – NEJM 339; 1998
Effects of Diet and Exercise in Men and Postmenopausal Women with Low Levels of HDL Cholesterol and High Levels of LDL Cholesterol
(modifica profili lipidici HDL/LDL)
Aronson D et al. – J. Am. Coll. Cardiol., Nov 2004; 44
The association between cardiorespiratory fitness and C-reactive protein in subjects with the metabolic syndrome
(effetto antinfiammatorio dell’attività fisica)
Pagani M et al. – Hypertension 12; 1988
Changes in autonomic regulation induced by physical training in mild hypertension
Lucini D et al. – Am Heart J 143; 2002
Effects of cardiac rehabilitation and exercise training on autonomic regulation in patients with coronary artery disease
Mayer-Davis EJ, JAMA 1998, 279
Intensity and Amount of Physical Activity in Relation to Insulin Sensitivity (relazione dose-risposta allo svolgimento di attività fisica)
Rosengren A et al. The Lancet 2004; 364: 953-62
Association of psychosocial risk factors with risk of acute myocardial infarction in 11.119 cases and 13.648 controls from 52 countries (the INTERHEART study).
(Massimo vantaggio nelle prime fasi di attivazione fisica)
Iellamo F et al – Circulation. 2002; 105
Conversion From Vagal to Sympathetic Predominance With Strenuous Training in High-Performance World Class Athletes
(Massimo stimolo vagale al 75% della VO2 max)
Fletcher GF et al – Circulation 104; 2001
Exercise standards for testing and training: a statement for healthcare professionals from the American Heart Association
ACSM’s guidelines for exercise and prescription – Lippincott Philadelphia 2006
Hill J.O & Wyatt H.R.: – J. Appl. Physiol., 99: 765-770, 2005.
Role of physical activity in preventing and treating obesity
King A.C. & Tribble D.L.: .Sports Medicine, 11 (5): 331-349, 1991.
The role of exercise in weight regulation in nonathletes.
Schoeller D.A, Shay K. & Kushner R.F.: – Am. J. Clin. Nutr., 66: 551-556, 1997.
How much physical activity is needed to minimize weight gain in previously obese women?
Sigal R.J., Kenny G.P., Wasserman D.H., Castaneda-Sceppa C, White R.D.: – Diabetes Care, 20 (6): 1433-1438, 2006.
Physical activity/exercise and type 2 diabetes. A consensus statement from the American Diabetes Association
Brawley et al. (1979), Journal of Sport Psychology, 2, 279-287
Sex bias in evaluating motor performance
Armour K.J e KE – Methods in Molecular MedicineVol: 80, Apr-2003, Pag. 353-360
Inflammation-Induced Osteoporosis: The IMO Model
(Un bel lavoro che correla infiammazione e osteoporosi attraverso l’azione delle citochine infiammatorie)
Burrows M, Nevill AM, Bird S, Simpson D.:. British Journal of Sports Medicine, vol. 37, n. 1, pagg. 67-71, 2003
Physiological factors associated with low bone mineral density in female endurance runners
Hind K, Truscott JG, Evans JA.: – Bone, vol. 39, n. 4, pagg. 880-665, 2006.
Low lumbar spine bone mineral density in both male and female endurance runners
Kohrt WM, Bloomfield SA, Little KD, Nelson ME, Yingling VR. – Medicine & Science in Sports & Exercise, vol. 36, n. 11, pagg. 1985-1996, 2004.
American College of Sports Medicine Position Stand: physical activity and bone health
Hanlon B et al. – Med Sci Sports Exerc. 2012 Oct;44(10):1864-70
Neural response to pictures of food after exercise in normal-weight and obese women
Aronson D et al. – J. Am. Coll. Cardiol., Nov 2004; 44
The association between cardiorespiratory fitness and C-reactive protein in subjects with the metabolic syndrome
(Effetti dell’attività fisica come modulatore della risposta immunitaria)
Williams PT. – Med Sci Sports Exerc. 2013 Jul;45(7):1292-7.
Effects of running and walking on osteoarthritis and hip replacement risk.
(Correre ha ridotto in modo significativo il rischio di osteoartrite e di necessità di protesi dell’anca, anche in parte per il minor peso – anche se misurato col “vecchio” BMI – del paziente sportivo)
Lee IM et al. – J Phys Act Health. 2014 Jan;11(1):85-90.
Physical activity and survival after cancer diagnosis in men.
(Fare attività fisica migliora la sopravvivenza negli uomini con diagnosi di cancro)
Food Sensitivity e allergie
Lavori di base per la definizione di food sensitivity
Finkelman FD. Anaphilaxys: lessons from mouse models – J Allergy Clin Immunol 2007;120:506-15 – Finkelman definisce una via alternativa dell’allergia, diversa dalla consueta via IgE, in risposta all’assunzione ripetuta di uno stesso alimento.
Finkelman FD. Human IgE-independent systemic anaphilaxys – J Allergy Clin Immunol 137; Jun 2016 – Lavoro che documenta come una risposta allergica possa andare con un unico continuum da una risposta IgE mediata ad una mediata da IgG, ad una attivazione dei TLR, o alla secrezione di citochine infiammatorie.
Soriano J et al. – Five great food clusters of specific IgG for 44 common food antigens. A new approach to the epidemiology of food allergy – Clin Transl Allergy 3 (2013) – Un’analisi statistica svolta alla Duke University evidenzia il maggior valore dei gruppi alimentari, rispetto ai singoli alimenti, nella gestione del sovraccarico allergenico.
Food sensitivities e ingrassamento
Solt LA et al, J Biol Chem. 2007 Mar 23;282(12):8724-33. 2007.
(La IL-1, prodotta dalle Food sensitivities, induce attivazione di NF-kB e quindi insulinoresistenza: un legame tra sensitivities e ingrassamento)
Lazar M, Quatanani M et al. Macrophage-derived human resistin exacerbates adipose tissue inflammation and insulin resistance in mice. J. Clin. Invest. 119:531–539 (2009). doi:10.1172/JCI37273 (Mitchell Lazar è il ricercatore che ha scoperto è definito il ruolo della resistina, prodotta da macrofagi e adipociti infiammati con lo scopo di aumentare la resistenza insulinica. In questo lavoro definisce anche la capacità della resistina di generare infiammazione, in un deleterio circolo vizioso).
Soares FL et al. – J Nutr Biochem. 2013 Jun;24(6):1105-11.
(Parlando di gluten sensitivity, un approccio gluten-free viene legato a minore obesità, infiammazione ridotta, minor resistenza insulinica, maggiore espressione PPAR, recettori lipolitici).
Food sensitivities, intestino irritabile e coliti
Jones VA, MCLaughlan P, Shorthouse, Workman E, Hunter JO. Food intolerance: A major factor in the pathogenesis of irritable bowel syndrome. Lancet 1982;8308:1115-7. (Un’analisi apparsa già negli anni ‘80 sull’autorevole Lancet, che evidenzia il ruolo rilevante delle Food sensitivities nella sindrome dell’intestino irritabile)
Yang CM, Li YQ.The therapeutic effects of eliminating allergic foods according to food-specific IgG antibodies in irritable bowel syndrome. zhonghua Nei za zhi 2007;46:641-3. (Correlazione tra positività IgG e riduzione sintomi in dieta di eliminazione, per la sindrome dell’ibtestino irritabile)
Food sensitivities e patologie respiratorie
Brandt EB et al, J Allergy Clin Immunol 2006 Aug;118(2):420-7. Un carico alimentare di un alimento verso cui esista una sensitivity può determinare la persistenza per molti giorni di asma, rinite, difficoltà di respiro e tosse. Significa che molti pazienti con patologie respiratorie potrebbero semplicemente essere food sensitive.
Food sensitivities, comportamenti e patologie psichiche
Pelsser LMJ, Frankena K, Toorman J, Pelsser LM, Frankena K, Toorman J et al. A randomized control-led trial into the effects of food and ADHD. Eur Child Adolesc Psychiatry 2009;18:12-9. (Stretta relazione tra iperattività infantile e alimentazione)
Food sensitivities ed emicrania
Alpay K et al., Diet restriction in migraine, based on IgG against foods: A clinical double-blind, randomised, cross-over trial – Cephalalgia 30, 829–837 (2010). doi: 10.1177/0333102410361404. (Una dieta di restrizione su alimenti verso cui esisteva una positività IgG individuale ha garantito una riduzione statisticamente significativa del numero di attacchi di emicrania)
Food sensitivities, infiammazione e malattie reumatiche
Conde J et al., Adipokines: novel players in rheumatic diseases. Discov. Med. 15, 73–83 (2013). PMID: 23449109. (Nell’artrite reumatoide e nell’osteoartrite l’infiammazione cronica generata dal tessuto adiposo “maltrattato” produce adipochine in grado di aggravare la patologia).
Karatay S. et al – General or personal diet: the individualized model for diet challenges in patients with rheumatoid arthritis – Rheumatol Int 2005 Jul 16;1-5 (dolore, rigidità, e indici infiammatori come PCR, TNF-alfa, IL1 ridotti eliminando dalla dieta alimenti risultati positivi ad un test sulle allergie alimentari)
Food sensitivities, muscolazione e prestazione
Frost RA, Lang CH. – J Anim Sci. 2008 Apr;86(14 Suppl):E84-93.
Regulation of muscle growth by pathogen-associated molecules.
(Legame tra muscolo e sistema immunitario: il muscolo, dotato di TLR, deperisce durante le infezioni. L’aumento dell’infiammazione da cibo, che stimola i TLR, è quindi un ostacolo alla formazione di una massa muscolare adeguata)
Patologie dermatologiche e Nickel sensitivity
Di Lorenzo et al. Food-additive-induced urticaria: A survey of 838 patients with recurrent chronic idiopathic urticaria. Int Arch Allergy Immunol 2005;138:235-42. (Orticaria indotta da additivi alimentari).
Peltonen L – Nickel sensitivity in the general population. Contact Dermatitis. 1979 Jan;5(1):27-32.
Lavoro che documenta una presenza di nichel Sensitivity nel 4,5% della popolazione, con forte dominanza femminile, e con forte predisposizione (42/44) verso la dermatite da contatto e (16/44) verso eczemi.
Gluten sensitivity
Biesiekierski JR et al. “Gluten causes gastrointestinal symptoms in subjects without celiac disease: a double blind randomized placebo-controlled trial” Am J Gastroenterol 2011; 106(3): 508-14 (In questo lavoro sono stati confrontati due gruppi, negativi ai marketing della celiachia, ma sintomatici, trattando uno con dieta priva di glutine, e lasciando l’altro a dieta libera, riscontrando forti miglioramenti sintomatici nel gruppo trattato.)
Milk sensitivity
Bahna SL Cow’s milk allergy versus cow milk intolerance. Ann Allergy Asthma Immunol. 2002 Dec;89(6 Suppl 1):56-60. (Un articolo che rende molto chiara la distinzione tra patologie allergiche e non allergiche legate al consumo di latticini).
M Lidén et al. Cow’s milk protein sensitivity assessed by the mucosal patch technique is related to irritable bowel syndrome in patients with primary Sjögren’s syndrome. Clin Exp Allergy. 2008 Jun; 38(6): 929–935. (Questo lavoro analizza l’effetto dell’assunzione di proteine del latte nell’induzione di coliti irritative in individui non necessariamente intolleranti al lattosio).
Yeast sensitivity (lieviti)
Walker LJ et al. Anti-Saccharomyces cerevisiae antibodies (ASCA) in Crohn’s disease are associated with disease severity but not NOD2/CARD15 mutations. Clinical and Experimental Immunology. 2004;135(3):490-496. (Lavoro che evidenzia presenza di ASCA, ovvero anticorpi anti Saccharomyces cerevisiae nel 57% dei malati di morbo di Crohn, e nel 19% dei malati di rettocolite ulcerosa contro solo l’8% nei controlli. La presenza di ASCA è inoltre predittiva della gravità della patologia, della sua dislocazione e della precoce necessità di intervento chirurgico),
Seibold F. ASCA: genetic marker, predictor of disease, or marker of a response to an environmental antigen? Gut. 2005;54(9):1212-1213. doi:10.1136/gut.2005.065227. (Questo lavoro ha rilevato un valore predittivo del 96% tra morbo di Crohn e presenza di ASCA, con contemporanea assenza di ANCA, gli autoanticorpi anti neutrofili. Gli ASCA hanno inoltre valore predittivo per diverse altre patologie intestinali, tra cui le enteropatie gluten sensitive).
Salt sensitivity
Sullivan JM.1991. Salt sensitivity. Definition, conception, methodology, and long-term issues. Hypertension. 17(1 Suppl):I61-8. In questo lavoro si evidenzia come vi siano individui che, a parità di livelli pressori, siano molto più sensibili di altri all’assunzione di sale. Tali individui hanno caratteristiche comuni: maggior resistenza vascolare, diminuita elasticità venosa, attività alterata della renina e basse concentrazioni di aldosterone (forse come tentativo di compensazione).
Weinberger MH, Fineberg NS, Fineberg SE, Weinberger M. 2001. Salt sensitivity, pulse pressure, and death in normal and hypertensive humans. Hypertension. 37(2 Pt 2):429-32.
Un follow up dopo 27 anni mostra che la mortalità è quasi raddoppiata, a parità di tutti gli altri fattori, negli individui al tempo rilevati come salt-sensitive. Il dato è particolarmente significativo se si pensa che il valore pressorio di partenza, in quanto tale, incide solo per il 3%. In altre parole: meglio avere la pressione alta che essere salt-sensitive.
ASA sensitivity (acetyl salicylic acid)
Secondo E.H. Corder (Journal of Allergy Clinical Immunology Vol 89 N 1 Part 2 p.347) la più bassa dose di aspirina che causa disturbi nei soggetti più sensibili è di 0,8 mg al giorno, mentre per i salicilati naturali è di 2,60 mg. Ma ragionevolmente sintomi di reale sovraccarico, in grado di generare sensitivity, si possono avere per chi superi i 15-20 mg/die.
Food sensitivities e integrazione
Ribes nigrum
Garbacki N. et al. Effects of prodelphinidins isolated from Ribes nigrum on chondrocyte metabolism and COX activity. Naunyn Schmiedebergs Arch Pharmacol. 2002 Jun;365(6):434-41
(Effetti del Ribes Nigrum sulla modulazione delle risposte infiammatorie)
Vitamina D
Baek JH et al. The link between serum vitamin D level, sensitization to food allergens, and the severity of atopic dermatitis in infancy. J Pediatr. 2014 Oct;165(4):849-54.e1. doi: 10.1016/j.jpeds.2014.06.058. (bambini con manifestazioni allergiche gravi nei confronti del cibo presentavano livelli di vitamina D significativamente più bassi rispetto ai controlli).
Omega3
Br J Dermatol. 2008 Dec;159(6):1368-9. doi: 10.1111/j.1365-2133.2008.08830.x. Control of salicylate intolerance with fish oils. Healy E, Newell L, Howarth P, Friedmann PS. (Un gruppo di pazienti affetti da grave sensitivity ai salicilati è stato trattato con 6 g/die di olio di pesce ricco in omega3 ottenendo una rilevante diminuzione sintomatica che ha consentito anche l’eliminazione della terapia cortisonica in atto).
Selenio
Diwakar BT1, Korwar AM1, Paulson RF1, Prabhu KS2.The Regulation of Pathways of Inflammation and Resolution in Immune Cells and Cancer Stem Cells by Selenium. Adv Cancer Res. 2017;136:153-172. doi: 10.1016/bs.acr.2017.07.003
Il selenio, attraverso le selenoproteine, modula l’attività del sistema immunitario e i suoi percorsi infiammatori, mentre costantemente regola l’omeostasi redox interna alla cellula.
Zinco
Haase H1, Rink L. Zinc signals and immune function – Biofactors. 2014 Jan-Feb;40(1):27-40. doi: 10.1002/biof.1114. Lo zinco non agisce solo catalizzando reazioni importanti per la costruzione di proteine strutturali, enzimi e fattori di trascrizione, ma è un vero e proprio regolatore del sistema immunitario sia per l’immunità innata e cellulo mediata (regola infatti numero e funzione di neutrofili, monociti, NK e linfociti T e B) sia come vero e proprio secondo messaggero nella trasduzione di segnali cellulari. Una carenza di zinco può dunque alterare in modo rilevante le risposte immunitarie di sensitivity.
Manganese
Yang LL et al. The association between adult asthma and superoxide dismutase and catalase gene activity. Int Arch Allergy Immunol. 2011;156(4):373-80. Una correlazione importante tra Mn-SOD e presenza di asma allergico. Individui con adeguati livelli di SOD sono più protetti contro l’asma.
Rame
Muñoz C et al. – Iron, copper and immunocompetence. Br J Nutr. 2007 Oct;98 Suppl 1:S24-8. Il rame è un importante modulatore dell’attività del sistema immunitario ad ogni livello, per esempio potenziando la risposta alla vaccinazione antinfluenzale attraverso 7na semplice supplementazione.
Altri studi su allergie e food sensitivity
1989 W.J. Metzger sul Journal of Allergy and Clinical Immunology n.83
(meccanismo sfruttato dal test DRIA per il riflesso muscolare)
- Svanes et al. – Thorax 2005;60:445-450
Association of asthma and hay fever with irregular menstruation
Osman M. – Arch Dis Child 2003 Jul; 88(7):587-90
Therapeutic implications of sex differences in asthma and atopy
Hayashy T. et al, – Scand J Immunol 2003 Jun; 57(6):562-7
Less sensitivity for late airway inflammation in males than females in BALB/c mice.
Frost RA, Lang CH. – J Anim Sci. 2008 Apr;86(14 Suppl):E84-93.
Regulation of muscle growth by pathogen-associated molecules.
(Legame tra muscolo e sistema immunitario: il muscolo, dotato di TLR, fornisce energia all’organismo deperendo in parte nelle infezioni. I cibi raffinati e gli zuccheri, che causano aumento dell’LPS circolante e dell’infiammazione cronica (dove vengono stimolati i TLR), sono quindi un ostacolo alla formazione di una massa muscolare adeguata)
Campolo M et al. – J Leukoc Biol. 2013 Feb;93(2):277-87.
Effects of a polyphenol present in olive oil, oleuropein aglycone, in a murine model of intestinal ischemia/reperfusion injury.
(Diminuita infiammazione in un modello murino grazie ai polifenoli presenti nell’olio d’oliva)
Soares FL et al. – J Nutr Biochem. 2013 Jun;24(6):1105-11.
Gluten-free diet reduces adiposity, inflammation and insulin resistance associated with the induction of PPAR-alpha and PPAR-gamma expression.
(Parlando di gluten sensitivity, un approccio gluten-free viene legato a minore obesità, infiammazione ridotta, minor resistenza insulinica, maggiore espressione PPAR)
Equilibrio psicologico
Van Canter et al. – JAMA 284 ; 2000
Changes in slow wave sleep and REM sleep and relation with GH and cortisol levels in healthy men
Landen M et al – Psychoneuroendocrinology 29; 2004
Dyslipidemia and high waist-hip ratio in women with self reported social anxiety
Laposky AD – Am J Physiol 290; 2006
Altered sleep regulation in leptin deficient mouse
Di Meo F et al. – Br J Sports Med Apr 2001 – 35(2): 114-117
Benefits from aerobic exercise in patients with major depression: a pilot study
(attività fisica riduce del 33% la depressione su base Hamilton Rating Scale)
Timonen M et al – BMJ 330; 2005
Insulin resistance and depression: cross sectional study
(connessione tra frequenza dei picchi insulinici, insulino resistenza e insorgenza di stati depressivi)
Mustonen AM et al – Endocrinology 16; 2001
Pharmacologic melatonin treatment decreases rat ghrelin levels
Leal-Cerro A – Pituitary 4; 2001
Influence of cortisol status on leptin secretion
Bjorntorp P – Obes Rev 2; 2001
Do stress reaction cause abdominal obesity and comorbidities?
Lakartidningen et al. – Obes Rev 98; 2001
Consolatory eating is not a myth: stress induced cortisol levels result in leptin resistant obesity
Rasmussen MH – Obesity 16; 2008
Polysomnographic sleep, GH, IGF-1 axis, leptin and weight loss
Kohatsu ND et al – Arch Int Med 166; 2006
Sleep Duration and Body Mass Index in a Rural Population
(sonno < 6h = BMI medio 30,2. Sonno > 9h = BMI medio 29)
Fuemmeler BF et al. – Obesity (Silver Spring). 2008 Feb;16(2):348-55.
Genes implicated in serotonergic and dopaminergic functioning predict BMI categories.
(una predisposizione genetica che riduce l’espressione di recettori dopaminergici = gratificazione e serotoninergici = serenità interiore, innalza il BMI medio degli individui)
Sookoian S et al – Obesity (Silver Spring). 2007 Feb;15(2):271-6.
Short allele of serotonin transporter gene promoter is a risk factor for obesity in adolescents
(un difetto del gene del trasportatore della serotonina genera obesità)
Sinha MK, Ohannesian JP, Heiman ML, et al. 1996 J Clin Invest. 97
Nocturnal rise of leptin in lean, obese, and non-insulin-dependent diabetes mellitus subjects
(perdita di sonno = non più picco naturale leptinico notturno = fame notturna = ingrassamento)
Maccoby, E.E. e Jacklin C.N. (1974). – Stanford University Press, Stanford, CA.
The psychology of sex differences.
Horner (1972), Journ. of Leisure Research, 20, 69-80
Towards an understanding of achievement-related conflicts in woman
Bam et al., Medicine & Science in Sports & Exercise:Volume 29(2) 1997
Could women outrun men in ultramarathon races?
Cronobiologia
Ying Rong et al. – BMJ 2013; 346
Egg Consumption and Risk of Coronary Heart Disease and Stroke: Dose-Response Meta-Analysis of Prospective Cohort Studies
Ratliff J et al. – Nutr Res. 2010 Feb;30(2):96-103. doi: 10.1016/j.nutres.2010.01.002.
Consuming eggs for breakfast influences plasma glucose and ghrelin, while reducing energy intake during the next 24 hours in adult men.
Cizza G et al. – J Clin Psychiatry . 2010 August ; 71(8): 1079–1087.
Low 24-hour adiponectin and high nocturnal leptin concentrations in a case-control study of community-dwelling premenopausal women with major depressive disorder: the Premenopausal, Osteopenia/Osteoporosis, Women, Alendronate, Depression (POWER) study.
Zanquetta MM et al. – Diabetol Metab Syndr. 2010 Aug 16;2:53.
Body weight, metabolism and clock genes.
Il ruolo della chemerina nell’obesità.
Barraco GM, Prieto Hontoria PL
Peuhkuri K et al. – Food Nutr Res. 2012;56.
Dietary factors and fluctuating levels of melatonin.
Karatsoreos IN et al. – Proc Natl Acad Sci U S A. 2011 Jan 25;108(4):1657-62.
Disruption of circadian clocks has ramifications for metabolism, brain, and behavior.
Garaulet M et al. – PLoS One. 2011 Feb 28;6(2):e17435.
Ghrelin, sleep reduction and evening preference: relationships to CLOCK 3111 T/C SNP and weight loss.
Schoeller DA et al. – J Clin Invest. 1997 Oct 1;100(7):1882-7.
Entrainment of the diurnal rhythm of plasma leptin to meal timing.
Chen CQ et al. – World J Gastroenterol. 2011 Sep 14;17(34):3888-98.
Distribution, function and physiological role of melatonin in the lower gut.
Mäntele S et al. – PLoS One. 2012;7(5):e37123.
Daily rhythms of plasma melatonin, but not plasma leptin or leptin mRNA, vary between lean, obese and type 2 diabetic men.
Sahar S, Sassone-Corsi P. – Trends Endocrinol Metab. 2012 Jan;23(1):1-8.
Regulation of metabolism: the circadian clock dictates the time.
Vasan SK et al. – Indian J Endocrinol Metab. 2012 Jul;16(4):552-7.
A prospective assessment of dietary patterns in Muslim subjects with type 2 diabetes who undertake fasting during Ramadan.
James FO et al. – Sleep. 2007 Nov;30(11):1427-36.
Circadian rhythms of melatonin, cortisol, and clock gene expression during simulated night shift work.
Kalsbeek A et al. – FEBS Lett. 2011 May 20;585(10):1412-26.
Circadian disruption and SCN control of energy metabolism.
Kotz C et al. – Ann N Y Acad Sci. 2012 Aug;1264(1):72-86.
Brain orexin promotes obesity resistance.
Nakagawa H, Okumura N. – Proc Jpn Acad Ser B Phys Biol Sci. 2010;86(4):391-409.
Coordinated regulation of circadian rhythms and homeostasis by the suprachiasmatic nucleus.
Navas-Carretero S et al. – Nutr J. 2011 Jul 14;10:74.
Chronologically scheduled snacking with high-protein products within the habitual diet in type-2 diabetes patients leads to a fat mass loss: a longitudinal study.
Microbiota, alimentazione, salute e dimagrimento
Diabetes Metab Syndr Obes. 2012;5:175-89. doi: 10.2147/DMSO.S33473. Epub 2012 Jul 2.
Comparison with ancestral diets suggests dense acellular carbohydrates promote an inflammatory microbiota, and may be the primary dietary cause of leptin resistance and obesity.
Lassenius MI, Pietilainen KH, Kaartinen K, et al. – Diabetes Care. 2011;34(8):1809–1815.
Bacterial endotoxin activity in human serum is associated with dyslipidemia, insulin resistance, obesity, and chronic inflammation.
Ghanim H, Abuaysheh S, Sia CL, et al. – Diabetes Care. 2009;32(12):2281–2287.
Increase in plasma endotoxin concentrations and the expression of Toll-like receptors and suppressor of cytokine signaling-3 in mononuclear cells after a high-fat, high-carbohydrate meal: implications for insulin resistance.
Boroni Moreira AP, de Cassia Gonçalves Alfenas R. – Nutr Hosp. 2012 Mar-Apr;27(2):382-90.
The influence of endotoxemia on the molecular mechanisms of insulin resistance.
Ding S, Chi MM, Scull BP, et al. – PLoS One. 2010;5(8):e12191.
High-fat diet: bacteria interactions promote intestinal inflammation which precedes and correlates with obesity and insulin resistance in mouse.
de La Serre CB et al. – Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol.2010;299(2):G440-G448.
Propensity to high-fat diet induced obesity in rats is associated with changes in the gut microbiota and gut inflammation.
de Lartigue et al. – Am J Physiol Endocrinol Metab. 2011;301(1):E187-E195.
Diet-induced obesity leads to the development of leptin resistance in vagal afferent neurons.
de Lartigue et al. – PLoS One. 2012;7(3):e32967.
Leptin resi stance in vagal afferent neurons inhibits cholecystokinin signaling and satiation in diet induced obese rats.
Reed AS et al. – Diabetes.2010;59(4):894-906.
Functional role of suppressor of cytokine signaling 3 upregulation in hypothalamic leptin resistance and long-term energy homeostasis.
Machado MV, Cortez-Pinto H. – Ann Hepatol.2012 Jul-Aug;11(4):440-9.
Gut microbiota and nonalcoholic fatty liver disease.
Microbiota intestinale
Goodson JM, Groppo D, Halem S, Carpino E. – J Dent Res.2009;88(6):519-523.
Is obesity an oral bacterial disease?
Jumpertz R et al. – Am J Clin Nutr. 2011 Jul;94(1):58-65.
Energy-balance studies reveal associations between gut microbes, caloric load, and nutrient absorption in humans.
(Influenza dell’alimentazione nella struttura della flora batterica intestinale)
Liu Z et al. – Anaerobe. 2014 Apr;26:1-6.
Prebiotic effects of almonds and almond skins on intestinal microbiota in healthy adult humans.
(Effetto prebiotico – diverso da probiotico – delle mandorle)
Chassaing B et al. – Nature. 2015 Mar 5;519(7541):92-6.
Dietary emulsifiers impact the mouse gut microbiota promoting colitis and metabolic syndrome.
(Impatto sul microbiota di diverse sostanze ed effetti sul metabolismo)
Tim Spector, Rob Knight – BMJ 2015;351:h5149
Faecal transplants
(Editoriale. Il trapianto fecale risolve i casi di colite pseudomembranosa da Clostridium difficile (una patologia grave, causata da antibiotici) nell’85% dei casi, in confronto al 20% che si ottiene con la vancomicina. Dato notevolissimo sull’importanza del microbiota)
Antti Saari et al. – Pediatrics
Antibiotic Exposure in Infancy and Risk of Being Overweight in the First 24 Months of Life
(Ulteriori legami tra microbiota, influenzato dall’uso di antibiotici, e sovrappeso)
Arrieta MC et al. – Sci Transl Med. 2015 Sep 30;7(307):307ra152.
Early infancy microbial and metabolic alterations affect risk of childhood asthma.
(Come da titolo, l’importanza del microbiota per la salute del sistema immunitario è sempre da tenere in considerazione)